28 Giugno 2017 - 11.03

VENETO – La Regione dice no a velo integrale in uffici e ospedali

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Stop a burqa, niqab e armi negli uffici e strutture sanitarie del Veneto per ragioni di sicurezza. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi un nuovo Regolamento sulle modalità di accesso alle sedi istituzionali della Regione, gli Enti strumentali e le strutture sanitarie regionali. Il provvedimento è passato con il voto della maggioranza mentre l’opposizione di centrosinistra si è detta contraria. “È una legge demagogica, discriminatoria che ha altre finalità, neanche troppo nascoste, esclusivamente propagandistiche e la Lega ha colto nel segno, questo era l’obiettivo” ha detto Graziano Azzali del Pd nella dichiarazione di voto. “Il nuovo Regolamento – ha precisato invece il capogruppo di Fi Massimo Barison – è un atto molto importante che, nei limiti delle competenze della Regione in tema di sicurezza, mira a ridurre i rischi per le persone negli uffici pubblici”.
Nel tentativo di smontare l’accusa mossa dall’opposizione di voler approvare una norma discriminatoria a sfondo razziale, all’elenco sono stati aggiunti anche sciarpe e passamontagna, e sempre con l’obiettivo di sminare il dibattito, che già aveva costretto due settimane fa il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti a sospendere i lavori, il leghista Alberto Villanova, che ha messo a punto il regolamento, ha introdotto un esplicito riferimento alle norme di pubblica sicurezza che, salvo si possegga il porto d’armi per difesa personale, vietano di portare fuori casa e alle riunioni pubbliche (in questo caso anche se muniti di regolare licenza) armi di qualunque tipo.
Una mossa dettata dalle polemiche scatenate dalla richiesta del vicentino Sergio Berlato di dare accesso libero «ai soggetti muniti di regolare licenza», circostanza che aveva fatto gridare allo scandalo l’opposizione: «Il burqa no, ma la pistola sì. È così che si garantisce la sicurezza? ». Villanova ha chiarito: «Se uno ha il porto d’armi può entrare, è la legge a dirlo. Noi diamo al direttore dell’Usl la possibilità di introdurre con un nuovo regolamento condizioni più restrittive». Tentativi inutili, la minoranza alla fine ha votato comunque contro.

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