20 Gennaio 2015 - 8.41

VENETO- I Prefetti lanciano l’allarme a Renzi: “Non c’è più posto”

profughi tviweb

di Diceopoli-

“Non c’è più spazio per accogliere altri profughi”. Lo hanno scritto in una lettera al Governo i prefetti delle provincie venete non più tardi di dieci giorni fa. E il governo cosa fa? Manda altri 210 migranti e richiedenti asilo a Venezia perché siano distribuiti sul territorio. Niente di strano, ma come si è arrivati a questo ‘sold-out’ della solidarietà, ai soli ‘posti in piedi’ come si scriveva fuori dai cinema quando ancora la gente nei cinema ci andava?
Per capirlo bisogna tornare all’estate scorsa, quando la polizia tedesca ha cominciato ad arrestare i tassisti italiani e a metterli in galera con l’accusa di aver favorito l’immigrazione clandestina. E la vicenda di un vicentino rimasto in carcere per un paio di mesi è diventata emblematica. Cosa stava succedendo allora? Accadeva che i profughi venivano sì salvati dal mare e accolti in Italia, ma poi si faceva di tutto per non prenderli in carico, semplicemente ritardando il più possibile le procedure di identificazione. Nei centri di accoglienza in Sicilia, dicevano, non si può fare, i profughi sono troppi. E quindi partivano arei carichi di persone diretti nelle varie regioni. Al loro arrivo a Verona o Venezia di procedeva quindi con fotografia e identificazione? “Nooo, sono ancora troppi”. E quindi via, nuovo viaggio fino alla città di destinazione, per esempio Vicenza, in gruppi di 20 o 30 alla volta. Ecco il momento giusto per identificarli e quindi radicare in Italia la competenza per tutta la procedura di richiesta di asilo. “Eh no, sono arrivati di notte, li abbiamo portati in albergo e la mattina dopo erano già scappati”. Cosa succedeva nel frattempo? I profughi, che erano scesi dalla nave senza scarpe, senza nemmeno gli occhi per piangere, improvvisamente avevano il denaro per pagarsi un passaggio in taxi fino alla Germania, un costo che non possiamo nemmeno immaginare. Come fanno, indebitandosi con le organizzazioni criminali? Probabile. in ogni caso era chiaro che Siriani e africani non avevano alcun interesse a restare in Italia, non fosse altro per il fatto che in Nord-Europa li pagano quasi il triplo. Finché il giochetto ha funzionato è andato tutto bene, quando i tedeschi si sono arrabbiati ecco che i profughi sono stati identificati in Italia e a quel punto in Italia devono restare fino a quando non è finita la loro identificazione. Centri di accoglienza strapieni, alberghi colmi, prefetti sul limite della crisi di nervi, ragazzotti con gli anfibi e i capelli cortissimi che si presentano a Santorso per manifestare.
Ovviamente la strage parigina nella redazione di “Charlie Hebdo” complica l’intera questione: “Chi garantisce – chiedeva ieri Zaia – che fra i profughi non vi siano persone in qualche modo collegate con il terrorismo?” La risposta delle questure del Veneto pare essere quella di controllare le moschee il venerdì… Ma vi pare che i seminatori di morte si formassero nelle moschee ufficiali? Vi pare che i terroristi siano così facili da trovare? Avanti, non scherziamo.

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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