VENETO – Bagarre in Regione, niente limite di doppio mandato

Infuria la battaglia sulla legge elettorale in Regione. Ieri, per soli tre voti, non è passata in aula a Venezia la doppia preferenza rosa e, soprattutto non è passata la retroattività sul limite dei due mandati per i consiglieri, anche questa per soli tre voti.
Ma cosa è accaduto nel concreto.
DUE MANDATI. E’ stato fissato il tetto di due mandati per i consiglieri, ma non a partire da queste elezioni. Si partirà dal 2015. Quindi la norma non potrà essere applicata prima del 2025. In sostanza, viene limitata la permanenza in regione dei consiglieri ma la norma riguarderà chi verrà dopo. Si potranno fare 10 anni da consigliere, 10 da assessore e 10 da presidente.
Altra novità di rilievo è la rappresentanza di genere (volgarmente ‘quote rosa’). Si ipotizzava la possibilità per di votare nella stessa scheda un candidato maschio e una donna, una proposta che in commissione aveva avuto un’approvazione quasi ecumenica. Durante il voto in aula è saltata.
In tutto questo la maggioranza in consiglio si è spaccata. La Lega che non ha votato e il resto del centrodestra che si è espresso in ordine sparso. Saltati tutti gli accordi del giorno prima che prevedevano un’alleanza fra PD e Maggioranza. Dapprima il Pdl-Fiv presenta un emendamento per tutelare Belluno e Rovigo e poi Leonardo Padrin (FI) che ha presentato un emendamento per applicare subito lo stop dopo due mandati da consigliere, e quindi impedire a chi aveva già passato 10 anni in aula di correre nella campagna elettorale di primavera. In totale ben 27 consiglieri su 60 non avrebbero potuto ricandidarsi.
L´emendamento di Padrin alla fine non è passato. Con 25 voti contrari (Lega, Ncd, Fp, Pdl-Fi, Une e Rc) 22 a favore (Fi, Idv e Misto, Pd e Costantino Toniolo del Ncd), due astenuti (Dario Bond Pdl-Fi e Stefano Peraro-Udc) e il consigliere Stefano Valdegamberi (Fp) che non ha partecipato al voto, il Consiglio ha bocciato. Non hanno partecipato al voto neanche il consigliere vicentino leghista Nicola Finco e il presidente del consiglio, Clodovaldo Ruffato.













