12 Marzo 2025 - 16.12

VENETO – 25 MILA AGGRESSIONI NEGLI OSPEDALI: ARRIVANO BODY CAM E SMARTWATCH – VIDEO

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(Nel video: l’intervista al presidente Luca Zaia e all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin)

La Regione Veneto lancia un piano innovativo per la sicurezza di medici e infermieri, dotandoli di nuove tecnologie per chiedere aiuto in caso di aggressione. “Si tratta di strumenti all’avanguardia, sperimentati per la prima volta su larga scala nella sanità pubblica – ha dichiarato il presidente Luca Zaia –. L’escalation di violenza è allarmante e vogliamo dare una risposta concreta: giù le mani dai nostri camici bianchi, chi aggredisce deve essere identificato e perseguito con fermezza.”

Il progetto, illustrato oggi a Venezia da Zaia insieme all’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, al Direttore Generale della Sanità e Sociale Massimo Annicchiarico e al Direttore Generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale Stefano Filippi, prevede un investimento iniziale di 4 milioni di euro. Presenti anche operatori sanitari già equipaggiati con le nuove tecnologie, il cui funzionamento è stato mostrato dal vivo.

Per contrastare l’aumento degli episodi di violenza – 2.595 solo nel 2024 – la Regione ha introdotto braccialetti con allarme per il personale e, in via sperimentale nell’Ulss 4 Veneto Orientale, microcamere indossabili capaci di registrare audio e immagini delle aggressioni.

“In Italia si registrano ogni anno 25.940 aggressioni al personale sanitario, ma nel 69% dei casi non viene presentata denuncia – ha sottolineato Zaia –. In Veneto il fenomeno è in crescita: 220 casi nel 2020, 663 nel 2021, 883 nel 2022, 2.229 nel 2023 e 2.595 nel 2024. Serviva un’azione concreta e strutturata. Il nostro obiettivo è proteggere chi lavora in ospedale, un luogo che per definizione deve essere sicuro. Stiamo anche sviluppando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, capaci di riconoscere atteggiamenti aggressivi in base ai movimenti delle persone.”

L’Assessore Lanzarin ha ricordato che “già nel 2022 sono stati formati 5.000 operatori sulla gestione della violenza”, evidenziando che “la paura di subire aggressioni è una delle principali cause di dimissioni dal servizio sanitario pubblico”.

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