Un tema anti Lega fa esplodere la polemica

Politica e scuola un binomio che spesso rischia di essere indigesto, almeno quando le beghe tra partiti finiscono in un tema. Quanto capitato in una scuola di Thiene dove ad una classe delle istituto tecnico Cecchetto è stato rifilato come compito a casa per le vacanze di Natale il tema: “Persuadi un tuo compagno leghista che l´immigrazione non è un problema, bensì una risorsa”.
L’esercizio di dialettica ha fatto sobbalzare sulla sedia più di qualche genitore ed è stato segnalato alla sede locale del partito che ha subito protestato.
Le scuse del preside Antonio Coccarelli via stampa: “L’insegnate non doveva utilizzare il termine leghista ma i ragazzi hanno affrontato il tema con serenità” non sono bastate.
L’europarlamentare Mara Bizzotto, ora, alza la posta e chiede la testa del docente: “La professoressa ‘politicizzata’ responsabile del tema anti leghista va rimossa, senza se e senza ma, tanto più alla luce dei suoi maldestri tentativi di giustificazione. E va verificato al più presto, con un’approfondita ispezione, se questo era il primo caso o se ci sono stati altri tentativi, più o meno mascherati, di pressioni o di indottrinamento politico sui ragazzi”.
Intanto però la professoressa ha raccolto attestati di stima dal consiglio dei genitori dell’istituto che minimizzano l’accaduto, mentre tra gli studenti nessuno se la sente di parlare, forse per il timore di ripercussioni.
Da sinistra a destra la lente d’ingrandimento torna sulle scuole superiori, la stessa accusa, quella di utilizzare le scuole per la propaganda politica era stata mossa solo due giorni fa all’assessore regionale Elena Donazzan, “rea” di aver chiesto con una circolare agli istituti di discutere i tragici eventi di Parigi. la lettera ha raccolto diverse critiche, con studenti in piazza a Venezia e Padova.
In particolare all’assessore la Rete degli studenti non avrebbe perdonato la frase: “Se non si può dire che non tutti gli islamici sono terroristi, é evidente che tutti i terroristi sono islamici e che molta violenza viene giustificata in nome di una appartenenza religiosa e culturale ben precisa”.













