TURCHIA – Manager vicentina finisce in cella, ecco perchè…
Brutta disavventura per una manager vicentina in Turchia. Paola Fanin, direttore amministrativo della Trafimet di Castegnero sta vivendo una assurda vicenda kafkiana a causa di un documento rotto. La donna è atterrata all’aeroporto Ataturk di Istanbul poco prima di mezzanotte, ha ritirato il bagaglio. Quando si trova davanti al funzionario della dogana, estrae la carta d´identità che però si strappa e divide in due pezzi a causa del cellulare che, nella fretta, le è finito dentro il documento. Un incidente che le costerà caro. A causa dello strappo viene arrestata e deve trascorrere la notte in una delle celle dell´aeroporto turco.
Si è trovata così fra altre detenute, blindata, con le luci accese. La donna ha portato la sua testimonianza al Giornale di Vicenza: «Quando ho visto il documento strappato – racconta – non pensavo certo di aver commesso un crimine. L´ho fatto vedere al funzionario della dogana che pensavo non avesse dubbi sul fatto che le due facciate della carta d´identità fossero attaccate fino a pochi secondi prima. Mi sbagliavo. Mi ha invitato a uscire dalla fila e ad aspettare l´esito degli accertamenti. La mia odissea è cominciata così». I suoi bagagli sono stati passati al setaccio, è stata a lungo interrogata, delle pillole per il mal di testa sono state analizzate come se fossero stupefacenti. La donna tenta di chiedere aiuto, di chiamare i colleghi, tenta di contattare l’ambasciata, ma vista l’ora i tentativi vanno a vuoto. Le cose vanno per il peggio. Alla Fanin non solo non è permesso di tornare in hotel. Gli agenti la invitano a suguirli. E’ stata portata in cella dove c’erano altre sei detenute in un ‘carcere provvisorio’. Le viene assegnata una brandina, sporca. Cerca di aprirne un’altra ma subito un agente entra e le proibisce di farlo poiché le altre erano fuori dall’inquadratura della telecamera. Arriva la mattina e gli agenti le dicono nuovamente di seguirli. La portano al gate del volo Istanbul-Venezia. Viene fatta salire sull’aereo ed affidata ad una hostess. Arrivata a Venezia ha trovato molti poliziotti. Nemmeno loro sapevano il motivo del rimpatrio. “Formalmente -dichiara la Fanin- i turchi avevano ragione, ma gli agenti italiani mi hanno lasciata andare in due minuti». E’ così tornata a casa, ha preso il passaporto ed è ripartita per Istanbul. Per lavoro.














