Teatro Rivoli di Valdagno: un futuro possibile

di Ilaria Rebecchi

Si terrà martedì 15 aprile alle ore 20.30 l’incontro per il pubblico “Teatro Rivoli, un futuro possibile”, organizzato presso la Sala Marzottini di Valdagno (via Gaetano marzotto), dal gruppo AREA con il Comitato Teatro Rivoli.
“Il teatro, l’arte, la cultura in genere non possono morire sotto le macerie di uno spazio dimenticato da trent’anni né restare sopiti sotto strati di polvere e indifferenza. Si tratta del centro della città, in tutti i sensi. Un simbolo. Un luogo che era e che, si spera, sarà il fulcro della vita culturale di Valdagno. Un appello, quello del Comitato, per non dimenticare, per mantenere vivo l’interesse, per creare un dialogo ed un confronto fra cultura e società. Ne va dell’identità stessa di Valdagno, la fine del teatro sarebbe una perdita vergognosa per la nostra cultura”: così cita lo statement dell’organizzazione alla base del recupero dello storico teatro di Valdagno, costruito nel 1937 all’interno delprogetto architettonico ‘città sociale’ su richiesta di Gaetano Marzotto.
Un progetto cittadino nuovo in cui erano previste case per i dirigenti, per gli impiegati e gli operai e opere assistenziali socio-sanitarie come l’ospedale, una casa di riposo e le scuole, oltre a varie istituzioni ricreative tra cui il Teatro Impero.
Un teatro grandioso, con quasi 2000 posti, all’avanguardia e decorato con vari tipi di marmo ed accessori, e che avrebbe dovuto svolgere funzioni di palcoscenico per spettacoli teatrali e musicali e anche sala cinematografica, e che ben presto divenne anche vero e proprio monumento per la città, simbolo di grandezza ed espansione adatto ad ospitare grandi manifestazioni ed eventi speciali come le visite ufficiali.
La storia di questo teatro coincide con i cambiamenti storici e sociali di Valdagno e italiani, con il primo cambiamento alla fine del fascismo diventando Teatro del Popolo e sede per riunioni socialiste, fino a diventare definitivamente Cinema Teatro Rivoli, con una nuova facciata realizzata dal veneziano Giuseppe Santomaso, sede anche della consegna dei premi Marzotto dal 1951.