12 Gennaio 2015 - 9.54

SMARTPHONE – Attenti alla truffa moldava… e non solo

smartphone truffa

Abbiamo già messo in guardia diverse volte gli utenti dalle insidie degli smartphone. A volte basta un click errato, la lettura di un sms, la richiamata ad un numero sconosciuto… e i costi in bollette lievitano, gli accrediti vengono azzerati. I costi compaiono in bolletta in mezzo al resto dei costi, camuffati tra le altre voci. Sono i servizi non richiesti: abbonamenti di cui non si era mai sentito parlare prima di vederli comparire sulla bolletta mensile. Basta anche sfiorare accidentalmente un banner pubblicitario e si attiva un servizio in abbonamento, basta chiudere un pop-up e scatta la sottoscrizione ai servizi più disparati. Può accadere di navigare utilizzando le soglie previste dal piano tariffario e, invece, si scopre che la promozione non è stata rinnovata oppure si inizia a ricevere sms di vario genere, con contenuti a pagamento, senza aver mai richiesto alcuna attivazione.

Ultimo caso agli onori delle cronache: WANGIRI.
Di cosa si tratta? E’ una truffa telefonica talmente diffusa che anche la questura di Vicenza ha lanciato un allarme. Arriva una chiamata da numero sconosciuto al proprio cellulare. (molto spesso il prefisso è 373, quello della Moldavia). Può arrivare a qualsiasi ora. Un semplice squillo e l’utente non riesce quasi mai a rispondere. Molti pensano di richiamare. Dall’altra parte non si sente nulla, se non rumori confusi. Quando si decide di mettere giù… è troppo tardi. Viene addebitato un euro e mezzo ogni dieci secondi. La truffa parte da uno o più computer, in grado di chiamare simultaneamente migliaia di numeri. Per riuscire a tornare in possesso del credito telefonico che è stato rubato bisogna sporgere denuncia. Il consiglio della questura? Non rispondere ai prefissi 373 e, in generale, di numeri e chiamate sospette.

ADDEBITI… CHE FARE?
Una soluzione dettagliata ce la offre Altroconsumo.
Per ovviare ai problemi con i servizi a sovrapprezzo via sms o mms (i cosiddetti “a valore aggiunto”) è possibile richiedere l’attivazione del barring sms. Si tratta di un servizio che blocca gli sms come i servizi di sms premium, ovvero i messaggi a pagamento in decade 4x (in particolare 43, 44, 46, 47, 48 e 49) come oroscopo, chat, ricette e servizi vari. La procedura cambia a seconda dell’operatore:
Tim: visita il sito, oppure puoi chiamare il 119 e richiedere all’operatore di mettere il numero in black list.
Vodafone: puoi chiamare il 190 e chiedere all’operatore l’attivazione del barring sms, puoi anche andare sul sito dell’operatore.
Wind: contatta il 155 e richiedi il blocco dei servizi a sovrapprezzo (può essere totale, cioè chiamate a numerazione 899, 166 e sms, oppure soltanto il blocco parziale di uno dei due) oppure visita la sezione del sito.
H3g (3): chiama il 133 e richiedi l’attivazione del servizio barring sms oppure vai nella sezione dedicata del sito.
Postemobile: invia il modulo che trovi sul sito via fax o via posta tradizionale, richiedendo il blocco dei servizi a sovrapprezzo.
L’unico inconveniente del servizio di barring sms è quello di bloccare anche sms di servizio attivati volontariamente, come quelli inviati dalla banca per notificare l’utilizzo della carta di credito.
Cosa fare in caso di attivazione non richiesta

Durante la navigazione su smartphone è bene fare attenzione.
Evita di cliccare sui banner pubblicitari e stai attento a non sfiorarli neppure per sbaglio, se non vuoi attivare il relativo abbonamento.
Tieni sempre monitorato il tuo credito e, se ti accorgi di qualche addebito sospetto, contatta il tuo operatore. Chiama immediatamente il call center e richiedi la disattivazione immediata del servizio.
A questa telefonata, fai seguire un reclamo scritto, indirizzato alla compagnia telefonica, ribadendo la volontà di disattivare il servizio non richiesto e chiedendo la restituzione di quanto indebitamente sottratto.
E se non ricevo risposta?

Se l’operatore non risponde entro 40 giorni o se risponde negativamente, puoi rivolgerti alla nostra assistenza legale dedicata ai soci, per avviare una procedura di conciliazione. In alternativa, puoi contattare il comitato regionale per le comunicazioni della tua Regione (Co.Re.Com.).

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