Scioperi e proteste per Gaza: ecco chi paga il conto

Umberto Baldo
Stamattina ti sei svegliato pensando fosse un giorno come tanti?
Un altro venerdì per chiudere la settimana di lavoro o di studio?
Magari avevi in mente di andare in ufficio, prendere un treno o un autobus, sbrigare una pratica in centro, firmare un contratto importante per la tua azienda?
Forse avevi un esame universitario, un volo da prendere, una visita medica, un esame diagnostico da fare, o magari un intervento chirurgico?
Mi dispiace i tuoi piani rischiano di saltare per aria.
Perché?
Perché Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha deciso che l’Italia deve fermarsi.
Non per un contratto, non per una vertenza sul lavoro, ma per protestare contro Israele, colpevole di aver bloccato la Global Sumud Flotilla.
Che c’entri tu, pendolare o lavoratore qualsiasi, con Gaza? Poco importa.
La Cgil ha stabilito che per difendere la causa palestinese si debba bloccare il Paese.
Qualcuno applaudirà convinto, molti altri no: soprattutto quelli che resteranno imbottigliati nel traffico o vedranno saltare i propri impegni.
La vicenda della Flottiglia, del resto, è finita come si sapeva dall’inizio: i crocieristi dell’attivismo sono stati espulsi, ed i loro sostenitori in Italia hanno pensato bene di rispondere dichiarando guerra.
Non a Israele — che non ne verrebbe scalfito — ma al governo italiano, “reo” di aver fatto scortare la Flotilla solo fino al limite delle acque territoriali israeliane.
Che poi Salvini e i naviganti dicano che il blocco sia avvenuto in “acque internazionali” conta poco: la storia guarda ai fatti, non alle interpretazioni.
A Gaza, intanto, la tragedia continua identica a ieri.
E se qualcosa cambierà, non sarà certo grazie a un sit-in a Roma, o ad uno sciopero in Italia, ma semmai per il piano di pace messo sul tavolo da Trump e Netanyahu e presentato al mondo arabo.
Il Garante degli scioperi ha bollato la mobilitazione come illegittima: niente preavviso, e nessuna attinenza con l’art. 2, comma 7, della legge sugli scioperi che prevede la possibilità di effettuare scioperi senza preavviso solo “nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.
Ma per i promotori della Cgil è un dettaglio irrilevante.
Sul loro sito parlano addirittura di “ordine costituzionale violato” e di “attentato diretto alla sicurezza dei lavoratori”.
Parole altisonanti, che sorvolano sul fatto che quei “lavoratori italiani arrestati” non si trovavano in quelle acque per caso, ma per scelta.
C’è però una novità: questa volta Landini non è solo.
Alla conferenza stampa del 1° ottobre, a Montecitorio, accanto alla Cgil c’erano Usb, Cub e Cobas.
La Cisl e la Uil restano defilate, ma per il leader della Cgil è l’occasione giusta per inseguire i Sindacati di base, che da tempo lo incalzano.
Quale migliore occasione quindi per Landini, che da tempo ha in mente un sindacato politico-identitario che non abbia più la contrattazione come perno della sua azione, ma che si muova sul terreno della mobilitazione politica e sociale, di collegarsi con quei Sindacati di base che chiaramente lo hanno ormai scavalcato a sinistra?
Non a caso lo sciopero generale di oggi è stato proclamato in tutta fretta: per non perdere il treno delle mobilitazioni radicali dei sindacati extra confederali e dei Movimenti (in ossequio al principio leninista “niente nemici a sinistra”).
Con tanto di benedizione di Elly Schlein, che ha promesso di esserci “pacificamente” in piazza.
Avremo modo di vedere a fine giornata quanto “pacifiche” saranno state davvero tutte le manifestazioni.
Non vorrei che a qualcuno passasse solo per la mente che io sia contro il diritto di sciopero. Tutt’altro. Ma ho sempre fatto la distinzione fra le manifestazioni per il lavoro, e quelle squisitamente “politiche”, e quella di oggi, essendo politica, poteva tranquillamente tenersi anche di sabato o domenica.
E allora, caro cittadino, se sei imbottigliato in coda, se aspetti un treno che non parte od un aereo che non decolla, non prendertela con Trenitalia, Alitalia o col traffico del venerdì: prenditela con Maurizio Landini.
Perché oggi la tua giornata non è rovinata da un guasto tecnico, ma da un guasto politico.
Hai scoperto che la tua agenda, i tuoi impegni e persino la tua libertà di movimento possono finire sequestrati in nome della “solidarietà internazionale”.
Altro che contratto di lavoro: d’ora in poi, per programmare la tua vita, ti conviene prima consultare il calendario degli scioperi ideologici della Cgil.
Umberto Baldo
PS: occasioni per nuove proteste ce ne saranno ancora, visto che sembra che una nuova Flotilla composta da 45 navi turche sarebbe in rotta verso Gaza. Stessa missione: aiuti e violazione del blocco navale.













