29 Dicembre 2025 - 11.52

Nausea, malessere, mal di stomaco… Perché alcune persone soffrono di “mal di sci” sulle piste?

Tutti conoscono la cinetosi: quella sensazione di nausea, mal di stomaco, sudori freddi e pallore che colpisce alcune persone durante i viaggi in auto, in nave o in aereo. Meno noto è il fatto che disturbi simili possano manifestarsi anche sciando. In questo caso si parla di “mal di sci”, una particolare forma di cinetosi che va distinta dal mal di montagna acuto, legato invece all’esposizione ad altitudini molto elevate.

Il mal di sci è dovuto principalmente a una risposta inappropriata del cervello, causata da un conflitto tra le informazioni visive e quelle provenienti dal sistema vestibolare, l’organo dell’equilibrio situato nell’orecchio interno e composto dai canali semicircolari e da due piccole cavità. A spiegarlo è l’Assicurazione sanitaria nazionale francese, che sottolinea come questa discrepanza sensoriale possa provocare i classici sintomi della cinetosi anche in assenza di un vero e proprio mezzo di trasporto.

Uno studio scientifico pubblicato nel 2001 sulla rivista Science and Sports si è concentrato in modo specifico sul mal di sci, sebbene su un campione molto limitato di undici persone. I ricercatori hanno evidenziato come alcuni fattori possano aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo, tra cui lo sci in slalom su terreni sconnessi e particolari condizioni meteorologiche, come le giornate di “whiteout”, caratterizzate da nebbia e visibilità estremamente ridotta.

Un secondo studio, condotto nel 2009 da un gruppo di ricercatori iraniani, ha rafforzato il legame tra mal di sci e problemi visivi. Dopo aver osservato 162 sciatori adolescenti, gli studiosi hanno rilevato che chi soffriva di mal di sci presentava più frequentemente disturbi della vista, come miopia, ipermetropia o astigmatismo, rispetto ai coetanei che non manifestavano sintomi. Lo studio del 2001 suggerisce inoltre l’esistenza di un fattore psicologico: stress, paura o una sensazione di disagio durante la discesa sembrano rendere alcune persone più predisposte a questo tipo di disturbo.

Per quanto fastidioso, il mal di sci tende generalmente ad attenuarsi in breve tempo una volta terminata l’attività e, in alcuni casi, i sintomi diminuiscono con l’abitudine. Al momento non esistono cure scientificamente validate, ma sono state proposte alcune strategie di gestione. William Emond, dottorando che si occupa di cinetosi, ha suggerito su The Conversation l’importanza di una corretta correzione visiva per chi soffre di difetti come miopia, ipermetropia o astigmatismo. Anche l’uso di maschere da sci può aiutare, migliorando la percezione della profondità soprattutto in condizioni di nebbia. Tra le possibili soluzioni viene citata infine l’agopressione, tramite appositi braccialetti che esercitano pressione su un punto del polso, già utilizzati da alcune persone contro la cinetosi tradizionale.

In attesa di ulteriori studi, riconoscere il problema e adottare accorgimenti mirati può aiutare gli appassionati di sport invernali a ridurre il disagio e continuare a godersi le piste in sicurezza.

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