Mieloma, la cura del futuro è già qui: al San Bortolo risultati mai visti con le Car-T

Rispetto ai farmaci chemioterapici, la nuova terapia consente remissioni più durature
e una qualità di vita molto migliore, senza più la necessità di periodici accessi ospedalieri
All’ospedale San Bortolo di Vicenza è stata somministrata con successo nei giorni scorsi, per la prima volta in Veneto, la terapia Car-T su un paziente affetto da mieloma, estendendo così l’ambito di applicazione di questa metodica all’avanguardia, fino a oggi utilizzata con successo per la cura di alcuni linfomi aggressivi e della leucemia linfoblastica acuta del bambino e giovane adulto.
«L’applicazione delle Car-T rappresenta una vera e propria svolta nel trattamento dei mielomi – spiega il dott. Alberto Tosetto, direttore dell’U.O.C. di Ematologia dell’ospedale di Vicenza -. Non solo, c’è anche un importante beneficio in termini di qualità della vita, perché con le Car-T non sono più necessari per i pazienti in cura gli accessi costanti in ospedale, ogni 10-15 giorni, per il mantenimento della terapia. Questi risultati sono possibili grazie non solo alla “precisione” delle terapie Car-T, ma anche alla loro maggiore efficacia: per rendere l’idea, si può dire che riescano a eliminare il 99,999% delle cellule malate».
«Questo risultato – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – è il frutto della grande esperienza maturata al San Bortolo nell’utilizzo delle terapie Car-T. Un progetto all’avanguardia avviato ancora 5 anni fa e che è stato progressivamente implementato negli ultimi anni, grazie anche alla stretta collaborazione multidisciplinare tra i diversi reparti e servizi coinvolti, in primis l’Ematologia, la Medicina Trasfusionale, la Terapia Intensiva, la Neurologia e la Farmacia Ospedaliera. Si conferma così l’impegno a mettere a disposizione dei nostri pazienti le terapie più all’avanguardia, in linea con gli standard dei migliori centri nazionali e internazionali».
In questa prima fase, l’utilizzo delle terapie Car-T sui pazienti affetti da mieloma avviene su casi selezionati, con la prospettiva però di una progressiva estensione del suo utilizzo: «Attualmente viene utilizzata in pazienti già sottoposti a trapianto di midollo e che presentano una ricaduta precoce della malattia – conclude il dott. Tosetto – ma per il futuro è lecito attendersi che i pazienti oggi candidati al trapianto possano passare direttamente alle Car-T, come alternativa dunque al trapianto di midollo in molte situazioni».
NOTE:
Il mieloma
Il mieloma (o mieloma multiplo) è un tumore del sangue che origina da un tipo di globulo bianco chiamato plasmacellula, che in condizioni normali ha la funzione di produrre gli anticorpi. Quando queste cellule degenerano, diventando maligne, si accumulano nel midollo osseo e producono una proteina anomala. Questo accumulo danneggia l’osso, causa anemia, danni alle vertebre e indebolisce il sistema immunitario.
Il mieloma multiplo non è ancora considerato una malattia guaribile, ma negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi per trattare la malattia, allungando l’aspettativa di vita dei pazienti e migliorando la loro qualità di vita.
La terapia Car-T
In termini semplici, la terapia CAR-T è un tipo di immunoterapia personalizzata che prevede l’utilizzo di cellule immunitarie del paziente modificate per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Il processo è articolato in 4 passaggi chiave: vengono prelevati dal sangue del paziente i linfociti T, un tipo di globulo bianco fondamentale per il sistema immunitario; in un laboratorio specializzato, i linfociti T prelevati vengono modificati geneticamente così da riconoscere in modo estremamente specifico una proteina (un “bersaglio”) presente sulla superficie delle cellule tumorali; le nuove cellule modificate vengono moltiplicate in laboratorio fino a ottenerne milioni e quindi vengono infuse per via endovenosa nel paziente. Una volta nell’organismo, sono pronte a cercare, agganciarsi e distruggere le cellule cancerose che portano il bersaglio specifico che è stato loro insegnato a riconoscere.
L’esperienza del San Bortolo nella terapia Car-T
L’ospedale di Vicenza nel 2020 è stato, all’epoca, il primo centro autorizzato AIFA in tutto il Nord per l’utilizzo delle terapie Car-T e ad oggi è il centro con la maggiore casistica a livello nazionale, avendo superato le 100 infusioni.
L’ospedale di Vicenza opera nell’ambito di una rete clinica regionale e in questo contesto al San Bortolo sono stati valutati oltre 250 pazienti per il trattamento mediante CAR-T provenienti principalmente dal Veneto; gli altri centri autorizzati nella nostra regione sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e il reparto di Oncoematologia Pediatrica di Padova.













