13 Agosto 2025 - 10.50

L’estate dei “pinocchi”: il turismo è in crisi o no? Chi ha ragione tra operatori e Governo

Turismo in Italia: estate da record o crisi mascherata?

L’estate 2025 in Italia racconta due storie apparentemente opposte. Da un lato, le cifre ufficiali parlano di un settore in piena salute: secondo il World Travel & Tourism Council, la spesa dei visitatori internazionali toccherà i 60,4 miliardi di euro, con un contributo totale al PIL di 237,4 miliardi, pari all’11 per cento dell’economia nazionale. Il Ministero del Turismo sottolinea inoltre come il nostro Paese sia leader nel Mediterraneo per tasso di saturazione nelle prenotazioni online e mantenga tariffe medie competitive rispetto a Grecia e Spagna.

Ma basta una passeggiata lungo molte spiagge italiane per percepire un’altra realtà. Albergatori e operatori balneari parlano di cali di presenze tra il 15 e il 25 per cento rispetto allo scorso anno. Anche nel cuore di agosto, in passato sinonimo di tutto esaurito, non mancano camere libere e ombrelloni vuoti. I prezzi elevati, uniti alla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie, spingono molti italiani a ridurre le vacanze a pochi giorni o a rinunciare del tutto alla villeggiatura estiva.

Non tutto, però, è in flessione. Gli arrivi aerei tra giugno e settembre sono in crescita del 17,9 per cento, con 27 milioni di passeggeri, in gran parte stranieri. Anche il turismo montano segna incrementi, compensando in parte il calo delle località balneari. Nel complesso, secondo Demoskopica, il 2025 potrebbe chiudersi con oltre 65 milioni di presenze, in aumento rispetto al 2024, e con circa 30 milioni di italiani che faranno almeno una settimana di vacanza.

Come si spiegano allora queste immagini contrastanti? La chiave è nella distribuzione e nella tipologia della domanda. Crescono gli arrivi nelle città d’arte, nei borghi e in montagna, mentre le coste soffrono nei giorni feriali. Gli stranieri, spesso con maggiore disponibilità economica, viaggiano più a lungo, mentre gli italiani concentrano le partenze nei weekend. Così, le statistiche globali raccontano una ripresa, ma sul terreno molti operatori vivono settimane difficili.

In definitiva, hanno ragione sia il governo sia gli operatori: i primi se guardiamo ai dati complessivi, i secondi se osserviamo la quotidianità di alcune destinazioni. Per mantenere e distribuire meglio questa crescita, serviranno strategie mirate: rendere le vacanze più accessibili al ceto medio, destagionalizzare i flussi, e ampliare l’offerta oltre il mare. Solo così l’Italia potrà trasformare i record statistici in un benessere percepito da tutto il settore.

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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