La patrimoniale fa paura, la successione fa ridere: e i miliardari brindano

Patrimoniale? Solo Fumo. Italia: Tassa di Successione? Aperitivo Gratis
Umberto Baldo
La patrimoniale in Italia è come il ritorno di un ex fidanzato antipatico: tutti ne parlano, nessuno vuole davvero vederlo.
Ogni autunno sbuca insieme alla Legge di bilancio, promettendo lacrime ai ricchi e applausi ai giornalisti, ma alla fine rischia di pizzicare sempre gli stessi poveri cristi che già pagano fino all’ultimo centesimo.
Cercare i super-ricchi? Missione impossibile.
O non li conosciamo (Monti lo ammise candidamente: “Dovremmo tassarli, ma non sappiamo chi sono”), o se ne sono andati in qualche paradiso fiscale a sorseggiare cocktail mentre noi sudiamo sulla dichiarazione dei redditi, o sono stranieri che ci sorridono perché qui lo Stato li tratta come aristocratici inglesi in vacanza.
È il paradosso: gli italiani fuggono dove li trattano meglio, gli stranieri arrivano da noi per la dolcezza della nostra fiscalità.
Eppure un vero strumento per frenare il nepotismo della ricchezza, per attenuare il meccanismo ereditario che perpetua le diseguaglianze, esiste, e si chiama tassa di successione.
Nel resto d’Europa l’hanno capito da tempo; e così in Spagna l’aliquota arriva fino al 26–80% (dipende molto dalla comunità autonoma; in alcuni casi nominali molto alti, ma esenzioni locali riducono l’imposta); in Belgio fino al 30–80% (varia per regione e grado di parentela); in Francia fino al 60% (tetto per eredi non-diretti – per linea diretta aliquote progressive fino 45% oltre certe soglie); in Inghilterra fino al 40% (sulla parte eccedente la soglia; da alcune misure recenti l’imposta rimane 40%); in Germania fino al 50% (aliquote progressive; classi di imposta in base al parentado); nei Paesi Bassi fino al 40% (progressivo in funzione del grado di parentela).
In Italia? Tra il 4% e l’8%.
Una tassa così bassa che sembra un regalino di Natale anticipato, con fiocchetto e bigliettino: “Grazie per essere nati in Italia, eredi fortunati!”.
E allora perché Schlein, Fratoianni, Conte, Landini & Co. non propongono l’adeguamento alle cifre europee?
Semplice: perché la patrimoniale è figlia dei proclami, mentre aumentare la successione significherebbe far piangere anche chi eredita un bilocale da tre soldi.
E così, per magia, si proteggono pure i miliardari che passano patrimoni da un jet privato all’altro come se fossero album di figurine.
Berlusconi, Del Vecchio, Armani… non so quanto abbiano trasmesso agli eredi, ma con aliquote europee immagino che lo Stato avrebbe incassato 50–60 miliardi.
Tre volte la finanziaria su cui a Roma stanno accapigliandosi, senza nemmeno alzare la voce.
Eppure la sinistra continua a sventolare la patrimoniale come fosse il Sacro Graal.
Invece, un rialzo intelligente , magari anche progressivo nel tempo, della tassa di successione risolverebbe problemi veri, non finti annunci.
Ma spiegare questo alla gauche è come insegnare al gatto a fare il caffè: teoricamente possibile, praticamente impossibile… e infinitamente divertente per chi osserva.
In sostanza: in Italia ci si accontenta di fare la guerra ai mulini a vento, mentre i veri giganti fiscali ridono, sorseggiano champagne e ringraziano il cielo di essere nati qui.
Umberto Baldo













