25 Settembre 2025 - 9.43

Garantismo: solo quando serve agli amici. Ilaria Salis, salvata dagli inciuci. Ma non paragoniamola a EnzoTortora”

di Umberto Baldo

Sabato vi avevo anticipato che Ilaria Salis sarebbe stata salvata dagli scambi tipici della politica. Non serviva la sfera di cristallo: così è andata.
La votazione, finita 13 a 12, ha premiato l’immunità grazie a un accordo con la deputata socialista ungherese Dobrev Klára, accusata in patria di reati di opinione, e soprattutto con Péter Magyar, capo dell’opposizione ungherese al Parlamento europeo e membro del PPE. Anche per lui, guarda caso, l’immunità è stata confermata.
Una votazione politica, segreta, che più politica non si può.
Ilaria Salis si dice soddisfatta. E ci mancherebbe!
Ma attenzione: la sua storia non ha nulla a che vedere con quella di Enzo Tortora.
E guai a fare paragoni azzardati.
Tortora, nel 1984, si candidò al Parlamento europeo per gridare al mondo l’ingiustizia di un sistema che aveva trasformato un uomo onesto in un “mercante di morte”.
Condannato l’anno dopo a dieci anni, reagì con un gesto che oggi suonerebbe rivoluzionario: si dimise da Eurodeputato, rinunciò all’immunità, tornò in carcere, combatté e vinse.
Un’assoluzione che gli costò tutto, salute e vita comprese.
Una lezione per chiunque abbia a cuore i principi della democrazia
Ilaria Salis, invece, è una ragazza cresciuta e a proprio agio più nei centri sociali e nelle occupazioni abusive di case, che nelle sedi istituzionali.
Una ragazza che ha cercato e trovato nel Parlamento Europeo non un’arena morale, ma una scialuppa di salvataggio.
Ed infatti l’immunità non l’ha rifiutata: l’ha rivendicata, quasi pietita.
Che lezione ne ricaviamo?
Che i principi ed i valori sono ormai merce di scambio, sacrificati agli interessi di parte.
La destra, Lega e Fratelli d’Italia in testa, ha gridato allo scandalo dell’“inciucio” fra socialisti e popolari. Parole grosse contro i privilegi, salvo dimenticare che tra poco ci sarà da vedere come si comporteranno con la Ministra Santanchè.
La sinistra, dal canto suo, non è meno ipocrita: i paladini di Salis, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, sventolano parole come “garantismo” e “Stato di diritto”, ma mai si sarebbero sognati di votare a favore dell’immunità di un avversario politico.
Diciamolo chiaramente: Ilaria Salis non voleva cambiare il sistema, voleva salvarsi la pelle, e per farlo non ha trovato di meglio che indossare i panni di una perseguitata politica.
E c’è riuscita: candidata, eletta, subito libera, con un seggio che vale come un lasciapassare e non come una trincea (oltre, perché sputarci sopra, a 14mila euro mensili).
Personalmente non mi interessava vederla marcire ancora nelle carceri ungheresi.
Ma almeno risparmiateci la retorica.
Non paragoniamola a Enzo Tortora.
Non è la stessa storia, e non lo sarà mai.

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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