30 Ottobre 2018 - 10.49

ECONOMIA – Maledetto Rating

Come una malattia non curata bene, alcuni termini di cui avevamo perso traccia, quali spread e rating, stanno prepotentemente bussando nuovamente alla porta della povera e malconcia Italia.

Prima di facili allarmismi sarebbe giusto e doveroso capire di cosa stiamo parlando, o meglio capire cos’è ed a cosa serve il rating.

Usando una terminologia semplice lo si potrebbe definire come un giudizio sull’affidabilità di una Società e sulla capacità aziendale di ripagare i propri debiti, praticamente una raccomandazione fatta da alcuni analisti circa la convenienza e l’opportunità di mantenere un titolo oppure venderlo o acquistarlo. Questo giudizio di solvibilità può valere sia per un’azienda, sia per un titolo obbligazionario sia addirittura per un intero Stato.

Chi si occupa di emettere questi giudizi sono le agenzie di rating, le quali di fatti esprimono un parere sul rischio di insolvenza della Società valutata, attraverso le classi di rating, raffigurate da lettere dell’alfabeto, dove la A esprime il rating migliore.

La definizione di un rating è un’operazione lunga, complessa e delicata perché il risultato finale può inevitabilmente influenzare un mercato. Lo si ottiene attraverso un’attenta valutazione economica-finanziaria dedicata alla valutazione del bilancio, della reddittività e di una serie di poste societarie fondamentali come ad esempio i flussi di cassa ma non solo. Per ultimo ma non per questo meno importante è l’aspetto quantitativo e qualitativo della Società presa in considerazione. Il tutto avviene in circa 90 giorni.

Nell’insieme delle cose se vogliamo trovare una negatività, è l’importanza, forse troppa, che nel corso degli anni hanno assunto le agenzie di rating, non sempre all’altezza del loro ruolo, capaci d’influenzare i mercati con i loro giudizi, quasi una dittatura degli analisti, capaci di condizionare i mercati.

Storia recente di questi giorni è il taglio del rating dell’Italia eseguito da Moody’s, passato da Baa2 a Baa3 solo un gradino sopra al livello junk tradotto in italiano come spazzatura, a causa del debito in costante aumento ed alla mancanza di serie riforme, con un conseguente deterioramento delle finanze pubbliche a seguito del previsto aumento del deficit, anche se non va dimenticato l’attuale alto grado di ricchezza delle famiglie italiane, un autentico punto di forza a difesa della nostra storia.

Un verdetto quindi molto severo, che mette sotto accusa il governo giallo-verde. C’è da spaventarsi oppure no ?? Difficile rispondere. Di sicuro l’attendibilità delle Agenzie di rating è stata messa più volte in discussione. Ricordiamoci la scorsa estate quando Standard & Poor’s prese la decisione epocale, forse anche esagerata, di tagliare per la prima volta nella storia la tripla A degli Stati Uniti d’America. Una certezza però, il popolo italiano questa volta saprà vendere cara la propria pelle, a coloro che cercheranno di speculare su ipotetiche difficoltà strutturali e politiche.

 

FABIO ROSSI.

 

 

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