15 Ottobre 2016 - 10.55

Banche: Italia- Germania, chi sta peggio?

E adesso come la mettiamo …. Monte dei Paschi e’ chiamata a fare un importante aumento di capitale, ovviamente senza poter contare sull’aiuto dello Stato Italiano perche’ come ben sappiamo tale possibilita’ non e’ prevista dalle normative europee. Ma adesso che anche Commerzbank e soprattutto Deutsche Bank sembra abbiamo qualche problemino vediamo come si comporteranno i nostri amici tedeschi, sempre così attenti alle questioni di casa nostra.

Senza ombra di dubbio Monte dei Paschi e Deutsche Bank non sono la medesima cosa, potrebbe essere che la situazione dei tedeschi sia anche più complicata.

Si sta infatti parlando di due entita’ completamente diverse, per dimensioni.

Il Monte dei Paschi di Siena ha un deficit di capitale che potrebbe essere risolto anche con un bail-in parziale o totale delle obbligazioni subordinate.

Quello invece di cui necessita Deutsche Bank rigurda capitali freschi per importi assai maggiori e forse, giocoforza, e contrariamente a quanto previsto ci dovra’ pure essere l’intervento dello Stato Tedesco o addirittura
dell’ Europa per bloccare un effetto contagio globale e per non rivedere i fantasmi del 2008: sempre che in suo aiuto non arrivino grandi gruppi.

Non dimentichiamoci che Deutsche Bank ha un enorme decifit di capitale dovuto in primis ad un enorme patrimonio netto non contabilizzato (si parla di 32 miliardi) fatto di titoli tossici che non hanno nessun mercato o meglio non hanno un prezzo e poi problemi dai vari procedimenti giudiziari in corso ( la giustizia USA ha chiesto 14 miliardi di dollari di danni alla banca !! ).

Quindi di fatto un eventuale intervento pubblico italiano su Monte dei
Paschi per dar ristoro almeno parzialmente agli obbligazionisti potrebbe essere solo una semplice scelta politica. Un intervento pubblico su Deutsche Bank invece potrebbe essere inevitabile causa l’entità enorme del problema.

Ovviamente si userebbero due pesi e due misure. Facile criticare l’Italia quando i problemi non sono i propri, difficile fare un serio esame di coscienza quando i problemi sono i loro.

Paradosalmente questa situazione potrebbe per certi versi essere anche un colpo di fortuna per le nostre banche e il nostro governo
potrebbe approfittare della situazione anche per aumentare il potere negoziale italiano. E’ una triste consolazione ma deve essere presa in considerazione per cercare in qualche modo di risolvere il problema che attanaglia il nostro sistema creditizio, per poter vedere risolta una situazione che sembra senza fine e poter finalmente ripartire.

Di certo e’ che prossimamente alle banche europee serviranno una montagna di soldi per poter procedere con importanti aumenti di capitale: si parla, tra Italia e Germania di circa 46 miliardi di euro, una cifra mostruosa
per non usare altri aggettivi. Soldi necessari non solo ad Istituti di medie e piccole dimensioni, ma anche, purtroppo, necessari anche ad Istituti di grandi dimensioni.

Magra consolazione nel capire finalmente che anche la solida Germania ha grossi problemi, sperando pero’, che anche questa volta non voglia risolverli mettendo in difficolta’ altri paesi europei, in primis l’Italia, colpevole di non avere una classe politica di spessore.

Quindi non solo Unicredit o Montepaschi, anche la Germania batte cassa, se pensiamo che forse azzardando una cifra ai nostri amici tedeschi saranno necessari 20-25 miliardi di euro.

Sta di fatto scricchiolando anche il solido modello tedesco e non e’ un caso quindi il fatto che Berlino stia trattando con Washington per ridurre la multa di 14 miliardi che gli Stati Uniti hanno comminato a Deutsche Bank, minando la credibilita’ e la solidita’ dell’Istituto Tedesco, anche se sembrerebbe che ad oggi l’amministratore delegato di Deutsche, John Cryan, non sia riuscito trovare ancora un accordo con il dipartimento di giustizia USA, sapendo bene che la banca ha accantonato 5,5 miliardi per la causa
sperando appunto in un “ patteggiamento “.

Non va dimenticato comunque che la Germania non e’ solo Deutsche Bank. Anche la seconda banca tedesca, Commerzbank, ha presentato dati
di bilancio negativi, tali da far emergere la necessita’ di un taglio drastico
dei costi del personale ( si parla di 9mila esuberi pari al 20% della forza
lavoro) oltre al taglio del dividendo.

Sara’ “divertente” adesso vedere come le severe istituzioni europee si comporteranno nei confronti dei tedeschi, paladini della trasparenza e della rigorosa osservanza delle regole.

La sensazione, triste, e’ che alla fine di tutti i giochi, la Germania con la BCE
e con il benestare dell’Europa, Italia inclusa, dovranno intervenire con un
salvataggio che elimini il rischio contagio, il cosidetto rischio sistemico, con un salvataggio usando risorse pubbliche su una banca privata. C’è da sperare
che questa ulteriore triste vicenda non sia una maniera “ lecita “ per spolpare nuovamente il contribuente italiano.

FABIO ROSSI

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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