Appalti truccati per 10 milioni: consorzio trevigiano al centro di un vasto sistema fraudolento

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO
Treviso, 9 luglio 2025 – Un articolato sistema illecito di aggiudicazione di appalti pubblici è stato scoperto dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica. Al centro dell’indagine un consorzio stabile con sede operativa a Treviso, già destinatario di un’informazione interdittiva antimafia, che avrebbe agito come finto garante di requisiti tecnici per altre imprese, in cambio di compensi illeciti.
Secondo quanto accertato, nel biennio 2019–2020 il consorzio, formalmente in possesso delle attestazioni SOA necessarie per la partecipazione a gare pubbliche, si è prestato ad affiancare come “impresa ausiliaria” ben 40 società attive in varie regioni italiane. Tali imprese, grazie al supporto fittizio del consorzio, sono riuscite ad aggiudicarsi lavori pubblici per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro. Tuttavia, nella fase esecutiva, il consorzio non ha mai fornito né mezzi né risorse, violando i presupposti previsti dal contratto di avvalimento.
Per questa attività fraudolenta, il consorzio percepiva un compenso medio pari al 3% del valore dell’appalto. I finanzieri hanno ricostruito il flusso dei pagamenti, pari a oltre 200 mila euro, che venivano trasferiti su conti intestati ad altre società riconducibili al legale rappresentante del consorzio e al suo nucleo familiare. Le somme, successivamente, venivano reindirizzate verso società di diritto rumeno, legate allo stesso soggetto. Per tali condotte, oltre al reato di turbata libertà degli incanti, il rappresentante legale è stato segnalato anche per autoriciclaggio.
Complessivamente, sono stati segnalati alla magistratura 99 soggetti, tra legali rappresentanti delle imprese coinvolte e Responsabili Unici del Procedimento (RUP). Le segnalazioni sono state inviate a 35 Procure della Repubblica e a 14 Procure regionali della Corte dei Conti. Il danno erariale stimato ammonta a 10.306.445 euro.
L’operazione rappresenta un ulteriore intervento della Guardia di Finanza a tutela della legalità negli appalti pubblici, con l’obiettivo di contrastare pratiche che alterano la concorrenza e favoriscono l’infiltrazione della criminalità economica nei circuiti della spesa pubblica.













