VICENZA – Violenza sessuale su ragazzina 14enne americana in Campo Marzo

Una 14enne di nazionalità americana, residente nel centro di Vicenza, è rimasta vittima di un episodio di violenza sessuale nel pomeriggio di martedì 26 settembre in Campo Marzo, da parte di un cittadino straniero di nazionalità pakistana (di nome Sarfraz, ufficialmente senza cognome, di 30 anni), in Italia con un permesso per motivi umanitari che, dopo la convalida del fermo, è stato sottoposto al regime di obbligo di firma in caserma dei carabinieri.
La vicenda è stata ricostruita stamane nella Comando Provinciale dei Carabinieri di Vicenza dal comandante del nucleo investigativo, il tenente colonnello Giuseppe Bertoli e dal comandante della Setaf, il maggiore Francesco Provvidenza, introdotti dal comandante del reparto operativo colonnello Alessandro Giuliani e il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Alberto Santini.
La giovane stava passeggiando intorno alle 16.30 con il proprio cagnolino in prossimità dell’area sgambamento cani di Campo Marzo (lato verso viale Eretenio), quando è stata avvicinata dal 30enne Sarfraz. Mentre stava distrattamente messaggiando con lo smartphone, l’uomo le ha fatto dapprima avances verbali che si sono poi tradotte in un contatto fisico non gradito.
L’uomo, in base al racconto della vittima, non soddisfatto della mancanza di attenzione da parte della 14enne, si è avvicinato e le ha toccato la spalla. Ha quindi tentato di toccarle il seno in modo deciso ed ha poi cercato di baciarla. La ragazzina non si è persa d’animo e senza abbandonarsi reazioni esagerate, temendo di aumentare l’aggressività dell’uomo, e scappata via.
In base al suo racconto, l’uomo non avrebbe desistito e avrebbe cercato di seguirla mentre si allontanava. Arrivata a casa ha avvertito la mamma che a sua volta ha allertato i carabinieri al fine di formalizzare una querela, per cui sono stati subito attivati i carabinieri della Setaf.
Proprio nel momento in cui mamma e figlia sono partite per recarsi in caserma, la 14enne ha riconosciuto il proprio aggressore che stava passeggiando in zona ed ha avvertito i carabinieri facilitando così l’immediato fermo da parte dei militari, giunti prontamente sul posto.
Il 30enne è stato perquisito e accompagnato in caserma. Poche ore dopo è stato tradotto in carcere. Durante la fase del fermo, la ragazzina ha anche accusato un malore.
Al di là della gravità dell’episodio, suscita perplessità anche lo status del pakistano. Ufficialmente l’uomo è senza cognome ed è registrato, nel Codice Identificativo Unico, con il nome di Sarfraz, dovuto al fatto che quando richiese il permesso di soggiorno aveva fornito più cognomi. Ottenne il permesso a Padova, perché raccontò di non poter tornare nel suo Paese per motivi religiosi. La sorella avrebbe, infatti, sposato un infedele e i capi del villaggio avevano decretato che avrebbero dovuto uccidere la sorella. Per sottrarsi al compito era fuggito.

“Si tratta -hanno dichiarato il comandante del reparto operativo colonnello Alessandro Giuliani e il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Alberto Santini- di atti di libidine violenti e di fatto vengono definiti violenza sessuale. Episodi di estrema gravità e per i quali l’attenzione deve essere massima”.