4 Dicembre 2025 - 9.38

Dal caffè sospeso al Consigliere sospeso: la nuova magia della politica siciliana

Umberto Baldo

Negli anni in cui ho masticato politica, una cosa l’ho imparata presto: le poltrone non bastano mai, mai. 

Gli appetiti sono sempre più larghi dei posti disponibili. 

Non bastano le poltrone “vere” — Consigli comunali, regionali, incarichi elettivi — e non bastano nemmeno quelle del cosiddetto “secondo livello”, che una volta si chiamavano senza tanti giri di parole “di sottogoverno”.

E’ un ingranaggio perfetto, oliato da decenni di consuetudine: chi ha contribuito alla vittoria, e magari è risultato “primo del non eletti”, deve essere premiato, o “risarcito” se preferite. 

Con una Presidenza, una Vicepresidenza, un  posto in Consiglio in qualche Ente spesso inutile per i cittadini che lo finanziano, ma utilissimo per chi lo usa come poltronificio. 

E siccome nessuno vuole un incarico senza una congrua prebenda, quei posti sono retribuiti, e pure bene.

Il risultato? 

Quando si arriva alle Giunte (Comunali, Regionali)  visto che gli Assessori sono coloro che di fatto spendono i soldi pubblici,  con tutto quel che ne consegue in termine di potere, la lotta per entrarci diventa darwiniana: o si vince o si resta a bocca asciutta. 

E qui subentra una logica intuitiva: se un Consigliere regionale diventa Assessore, che male c’è se continua a tenere entrambi i ruoli? 

Non c’è nessun conflitto, visto che gli Assessori provengono dalla stessa maggioranza.

Ma questa logica, che funziona ovunque, evapora misteriosamente appena si attraversa lo Stretto di Messina.

In Sicilia è sempre un altro mondo, e a Roma lo sanno bene. 

Tanto bene che, quando serve, arrivano puntuali a soddisfare i desideri della classe politica isolana. 

Stavolta, pare per iniziativa di Lucio Malan (FdI) e Maurizio Gasparri (FI), si sono superati.

Il Senato della Repubblica ha infatti votato ieri una norma che introduce due nuove, mirabolanti figure nel panorama politico siciliano: il deputato “sospeso” e il deputato “supplente”.

Non fatevi ingannare dal richiamo al caffè sospeso napoletano: quello è molto più serio.

Il meccanismo è semplice e geniale, se siete dei professionisti dell’autoconservazione. 

Dopo le elezioni, il Presidente della Regione potrà nominare fino a 12 assessori pescandoli  anche tra i Consiglieri regionali. 

Ma i nuovi assessori non decadranno dalla loro carica di Consiglieri regionali: verranno semplicemente “sospesi”. 

Al loro posto entreranno i primi dei non eletti, promossi a “Consiglieri supplenti”. 

I sospesi, però, manterranno il loro status giuridico, continueranno a maturare i requisiti per il vitalizio (non fia mai che lo perdessero!) e, quasi sicuramente grazie a una futura legge regionale, continueranno a percepire il compenso da Consigliere. 

Risultato: il Parlamento Regionale, che oggi ha 70 deputati, passa surrettiziamente a 82. Mentre a Roma si tagliano parlamentari, la Sicilia li moltiplica.

Voglio sperare, ma in Italia mai dare  la logica per scontata, che in caso l’Assessore lasci la carica, il supplente decada immediatamente da Consigliere (ma tempo al tempo e vedrete che risolveranno anche questo “inghippo” a  loro favore). 

La chicca è il titolo della legge: “Disegno di legge costituzionale sull’incompatibilità tra la carica di Assessore e quella di Deputato della Regione Siciliana”. 

Letto così sembra persino una norma anti-sprechi, una mannaia moralizzatrice. 

In realtà è l’ennesimo esercizio di gattopardismo allo stato puro: cambiare tutto per non cambiare niente. 

Questa modifica allo Statuto  Siciliano del 1946 rende l’incompatibilità non più eventuale, ma effettiva. 

Però, guarda caso, demanda alla Regione la disciplina della sospensione e della supplenza. E qui, ovviamente, si sono allargati: Assessori–Consiglieri sospesi che non perdono privilegi, e supplenti che entrano direttamente in aula. 

Un bel 82 a 70 finale.

E, per non correre rischi, hanno pure blindato la norma contro ogni referendum popolare, a patto che venga approvata con maggioranza assoluta dall’Assemblea regionale. 

Pensate che non che ci arrivino?

Sentite un leggero senso di nausea? Avvertite un odore poco gradevole?
Tranquilli: è la normale reazione davanti a una furbata mascherata da riforma democratica.

Umberto Baldo

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