26 Settembre 2025 - 10.25

R come Retrone: lo spettacolo corale il 28 settembre 2025 alle 16 al Parco Retrone


 R come Retrone – Un coro civile per il fiume

Domenica 28 settembre 2025, ore 16.00 – Parco Retrone, Vicenza 

Memoria, racconti e partecipazione attorno ad un fiume. Cittadini che diventano attori, immaginando scenari e scrivendo brani.  Con la guida di Carlo Presotto e Paola Rossi, R come Retrone ha accompagnato i cittadini in un percorso di teatro partecipato. Domenica 28 settembre 2025 alle 16.00 al Parco Retrone di Vicenza andrà in scena la drammaturgia collettiva, frutto di 25 incontri e di altri 3 per ampliare ancora di più la “compagnia teatrale” che si è creata.

R come Retrone è parte del progetto triennale Sillabario dei fiumi vicentini, ideato da Atlante delle Rive, sviluppato da La Piccionaia R e sostenuto da Viacqua.

Un progetto che ogni anno dedica il suo percorso a un fiume: partendo dal Retrone, il futuro sarà sul Bacchiglione e sull’Astichello.

Il primo anno è stato dedicato al Retrone per il legame profondo che unisce questo corso d’acqua al quartiere del Teatro Astra e alla memoria della città. Il Sillabario del Retrone ha visto il susseguirsi di diverse tappe: lo studio presentato a Vivaro nell’ambito di Vie d’acqua, la restituzione al Teatro Astra, la passeggiata sonora “A come alluvione” con Legambiente Vicenza.

Come un albero che connette radici e rami, il fiume diventa tramite di una comunità: genera relazioni, mette in comunicazione esperienze e persone, consapevoli o meno di abitarne le rive. Così il coro civile del 28 settembre, all’interno della Giornata Mondiale dei Fiumi 2025, sarà una festa dell’acqua e della parola, un gesto teatrale di rigenerazione condivisa.

“Dopo il successo di Vajonts23, che ha visto al teatro Astra la partecipazione di Daniele Zovi e Diego Dalla Via insieme a Paola Rossi ed al coro dei ragazzi di Caldogno – spiega Carlo Presotto, direttore artistico de La Piccionaia – come Piccionaia è stato naturale aderire all’idea di costruire un Atlante delle Rive lanciata da Marco Paolini. Ma certo non avremmo immaginato una partecipazione così diffusa ed ampia alla costruzione di un racconto corale dedicato ad un fiume “minore” come il Retrone che attraversa Vicenza. Ci siamo accorti come il fiume sia sempre più sentito dai vicentini come un luogo del cuore, da rigenerare e proteggere, anche grazie all’impegno di tante realtà ed associazioni. E grazie anche al piccolo contributo dato da sette anni di repliche dello spettacolo “La porta d’acqua”, il SilentPlay navigante che dal 2018 racconta la città da un punto di vista suggestivo ed inedito”.

“Viacqua – spiega il Presidente Federico Ginato, – ha scelto di sostenere questa iniziativa perché ritiene importante che la comunità torni a vivere ed amare i fiumi e quindi a rispettarli, impegnandosi per una maggiore tutela delle nostre acque. Anche per questo l’azienda, che gestisce acquedotto, fognatura e depurazione in 67 Comuni vicentini, sta affiancando la Provincia di Vicenza nello sviluppo di un Contratto di Fiume per il Retrone, perché la società civile e le istituzioni collaborino alla sua valorizzazione”.

La drammaturgia condivisa e corale

I fiumi di Vicenza sono tre, ma questo all’inizio Elisa non lo sapeva, pensava fosse uno solo…

La narrazione corale di R come Retrone parte da tante esplorazioni personali del fiume Retrone e le cuce con frammenti letterari, documenti storici, racconti leggendari e mitici.
Il fiume Retrone gira come un serpente nella città, percorrendola a piedi potrebbero essere fiumi diversi, si fa presto a perdere l’orientamento. Eppure, la città è costruita sull’acqua, come scopre Patrizia facendosi portare dall’acqua, dalle emozioni e dai ricordi. Mulini, ponti, terrazze e giardini. Il fiume attraversa la città ma non le appartiene, perché la città non lo può vivere. Valentina si troverà nei guai nelle sue esplorazioni testarde, risalendone gli argini verso le colline, nel cercare di capire a chi il fiume appartiene. Attraverso attori, diventati tali dopo il percorso, viene raccontata la responsabilità che i cittadini, che sulle sue rive hanno immaginato 30 anni fa di costruire un parco, sentono verso il fiume. Il Parco Retrone oggi ci indica quale potrebbe essere una possibile pratica di relazione con il nostro futuro.

Il percorso e la conclusione nella Giornata Mondiale dei Fiumi 2025

Il laboratorio si è sviluppato in 25 incontri che hanno coinvolto non-attori dai 22 ai 67 anni, con l’obiettivo di dar vita a uno spettacolo corale in cui brani d’autore si alternano a racconti nati spontaneamente dai partecipanti

La drammaturgia collettiva, già messa in scena nella scorsa primavera, è stata ripresa in tre ulteriori incontri nel mese di settembre, arricchita dall’ingresso di nuove voci e sensibilità. La scenografia essenziale, fatta di sassi di fiume, bastoni di bambù e fogli di carta, evoca la memoria del paesaggio fluviale e la sua fragilità. Un viaggio a ritroso, come quello del fiume che risale verso la sorgente, per riscoprire le radici del legame tra l’acqua e la città.

La restituzione pubblica di domenica 28 settembre 2025, alle ore 16.00 al Parco Retrone, sarà in forma di rito civile e narrazione collettiva: un coro di cittadini che dà voce al fiume e, attraverso di esso, alla comunità.

Il Retrone e La Piccionaia: un legame di acqua e teatro

Il rapporto tra La Piccionaia e il Retrone è prima di tutto un legame di prossimità: il Teatro Astra sorge a Contrà Barche, quartiere che porta nel nome la memoria delle imbarcazioni che un tempo solcavano il fiume.

Il Retrone, a lungo dimenticato e marginalizzato, ha vissuto una lenta rigenerazione: negli anni ’90 la nascita del Parco Retrone, nel 2010 la grande alluvione che ha riportato all’attenzione la necessità di prendersi cura dei corsi d’acqua, fino alle recenti pratiche di navigazione e alle azioni collettive di cittadinanza attiva.

Attraverso esperienze come il Silent Play fluviale e i laboratori partecipati, La Piccionaia ha scelto di restituire al fiume voce e immaginario, intrecciando memorie popolari, racconti mitici e testimonianze contemporanee. Tornare a parlare del fiume significa parlare della città, del suo paesaggio e del suo futuro.

Atlante delle Rive è un progetto ideato da Fabbrica del Mondo e realizzato da Jolefilm con il sostegno di CAI, Consiglio di Bacino Brenta, Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, Viveracqua, Veneto Agricoltura.

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