20 Febbraio 2025 - 11.56

È vero, Laura dalla Vecchia l’aveva detto!

di Umberto Baldo

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

CLICCA QUI

Confesso di nutrire un notevole rispetto, oltre che una particolare simpatia, per Laura Dalla Vecchia, Presidente di Confindustria Vicenza.

Il motivo è presto detto: ne apprezzo la chiarezza, ed il coraggio di dire quello che pensa, indipendentemente dall’allineamento al pensiero politico dominante.

Mi piace pensare che anche lei, come me, sia convinta che “la verità rende liberi”.

Finito quello che forse a qualcuno potrà sembrare un panegirico, oggi mi è capitato di leggere un documento pubblicato sul portale di “Industria Vicentina” (https://www.industriavicentina.it/economia/dazi-usa-nodo-energia-tempesta-perfetta-per-industria-italiana-IV20388) che ho trovato particolarmente interessante perché rappresenta un po’ lo sviluppo, se non l’epilogo, di ragionamenti e considerazioni che Laura Dalla Vecchia aveva iniziato almeno un anno fa, ed ai quali avevo dedicato  un editoriale il 30 maggio  2024 (https://www.tviweb.it/vicenza-non-ce-lha-piu-duro-la-drammatica-chiarezza-nellarticolo-della-presidente-di-confindustria-laura-dalla-vecchia/) ed un altro il 7 ottobre 2024 https://www.tviweb.it/laura-dalla-vecchia-noi-ve-lavevamo-detto/).

Venendo al documento, inevitabile che l’attenzione della Presidente sia concentrata sulle prime mosse (per usare un eufemismo) di Donald Trump, di cui evidenzia l’imprevedibilità. Ma dietro alle rodomontate del Tycoon la Presidente pensa ci sia una precisa strategia; quella di alzare la posta al massimo, per costringere la controparte a trattare, e a stringere accordi a lui favorevoli, da poter spendere negli Usa a livello propagandistico.

Con la concretezza che la contraddistingue Laura Dalla Vecchia osserva poi che è indubbio che Trump voglia ridurre il disavanzo commerciale (gli industriali vicentini possono ben dire la loro parola in piazza visto che  la sola Provincia di Vicenzaè in positivo sugli USA dioltre 2 miliardi di euro l’anno, contro i  quasi 42 miliardi dell’intera Italia nel 2023), cercando di riportare alcune manifatture negli Usa. 

Ma, e qui sta l’acutezza dell’osservazione della Presidente, è altrettanto vero che nel breve termine gli USA non sono sicuramente  in grado di avviare una produzione manifatturiera sufficiente a sostituirele forniture italiane, europee, cinesi o canadesi. 

Inutile girarci attorno, gli americani made in Usa non solo più  capacidi fare certi prodotti,  hanno smantellato le infrastrutture per farli,  e di conseguenza non hanno nemmeno il personale adatto.  

Tanto più con le annunciate deportazioni di massa degli immigrati, che priveranno gli Stati Uniti di un certo tipo di mano d’opera, proprio quella adatta alla manifattura.

Se non che, ripensando ai miei studi, mi ricordo che i dazi sono imposte indirette che gravano sui consumi, poiché colpiscono la circolazione di prodotti e merci in entrata o in uscita da uno Stato all’altro, o da un Gruppo di Stati ad un altro.

Poiché Trump  ha frequentato una delle migliori facoltà di economia fra tutte le università statunitensi, dovrebbe aver letto sui libri, e quindi sapere, che le tariffe, o dazi doganali, sono una tassa sulle merci estere vendute negli Stati Uniti, quindi pagata degli importatori al porto di entrata.

Ne consegue che gli importatori americani o assorbono i costi associati all’aumento dei dazi, e riducono di conseguenza i loro margini di profitto;  oppure trasferiscono questi costi ai consumatori statunitensi, sotto forma di prezzi più alti,  oppure costringono i loro fornitori stranieri  a ridurre i propri margini per mantenere la quota di mercato negli Stati Uniti. 

Mi pare ci capire che Laura Dalla Vecchia condivida queste considerazioni, perché nel documento Confindustriale si dice “Di conseguenza, nell’immediato, i dazi si tradurrebbero in un aumento dei prezzi per i consumatori americani. E neanche a loro piace pagare, domani, di più per un prodotto che oggi è ben fatto e costa meno. Politicamente, considerando che le elezioni di rinnovo di parte del Congresso, oggi a maggioranza repubblicana, non sono così lontane, questa politica potrebbe danneggiare significativamente l’Amministrazione Trump”.

L’analisi continua poi guardando alle precarie condizioni di un’Europa in cui la Germania va alle urne domenica in un clima di profonda spaccatura, la Francia vive una fase di acuta instabilità, e l’Inghilterra non è più l’interlocutore privilegiato degli Usa come da tradizione. 

Facile per Trump, date queste premesse, portare avanti la sua politica mirante alla disgregazione della Ue, per imporre solo rapporti bilaterali, con gli Usa in posizione dominante. 

Quanto alla politica energetica, dopo lo stop alle forniture dalla Russia, l’Europa ha dovuto diversificare gli approvvigionamenti, rivolgendosi anche al mercato americano; questo Trump lo sa e vuole che compriamo più gas a prezzi non concorrenziali, e comunque tali da determinare un gap a favore dell’industria Usa rispetto a quella europea. 

Sappiamo bene che il peso delle bollette elettriche è gravoso per le famiglie, ma lo è ancora di più per le industrie, perché oltre all’aumento dei costi vivi, devono confrontarsi con aziende che pagano meno l’energia, come quelle francesi o spagnole.

Da qui un invito all’Europa a darsi una sveglia.

Ben espresso nel documento in questo passaggio: “….Che Dobbiamo esserepiù bravi, più rapidi e più liberi dalla burocrazia, perché i numeri parlano chiaro. Se le simulazioni riportate dalle pagine del Giornale di Vicenza dell’11 febbraio stimano un rischio potenziale di 380 milioni di euro per l’export vicentino a fronte dei dazi USA, sappiamo di per certo che nel 2019 la sola nostra provincia esportava 1,556 miliardi di euro negli Stati Uniti, mentre nel 2023 la cifra era salita a 2,318 miliardi, con un incremento di 762 milioni. Tuttavia, confrontando i primi tre trimestri del 2022 con i primi nove mesi del 2024 (gli ultimi dati ISTAT territoriali disponibili) dell’export manifatturiero, ovvero quello che a Vicenza fa occupazione, valore aggiunto e innovazione, abbiamo visto un calo da 1,754 a 1,572 miliardi, con una perdita di 182 milioni. Contando solo tre trimestri su quattro. Questo è il verotrend preoccupante, e noi lo abbiamo detto e ridetto, anche a Commissari europei e Ministri italiani, sia pro che contro Trump”.

Che Laura dalla Vecchia lo avesse detto è vero, a mo’ di Cassandra, e ne avevo riferito appunto negli editoriali di cui vi ho fornito il link. 

Lo spazio è tiranno, per cui debbo fermarmi qui, invitandovi a leggere l’intero documento perché offre altri spunti e considerazioni molto interessanti.

Fra cui quella finale che io percepisco come un messaggio di resilienza e di speranza allo stesso tempo: “….Eppure, in molti settori siamo ancora noi a dettare gli standard globali. Non dobbiamo quindi cedere all’idea che il nostro destino sia solo subirele decisioni altrui. Il vero punto critico su cui intervenire è colmare i gapsu digitalizzazione, industria spaziale, nucleare, infrastrutture e una politica energetica solida. Se riusciremo a garantire costi energetici competitivi (che sul lungo termine solo il nucleare può garantire in termini di economicità e sostenibilità ambientale) e a continuare a innovare, la forza delle nostre imprese farà la differenza”.

Un finale degno di una Presidente che, pur conoscendo le difficoltà dell’oggi e forse dell’immediato futuro, ha la determinazione di spronare tutti coloro che possono fare qualcosa a farlo, ma a farlo veramente.

E, ma questo è un mio pensiero, il messaggio dovrebbe essere finalmente preso in considerazione dalla politica, che non può continuare a dividersi furbescamente fra quelli che dicono “tout va très bien”, e quelli che praticano il disfattismo più deteriore.  Con il risultato di far finta di non vedere che il nostro sistema industriale è in calo da ben 23 mesi.

Umberto Baldo

Potrebbe interessarti anche:

È vero, Laura dalla Vecchia l’aveva detto! | TViWeb È vero, Laura dalla Vecchia l’aveva detto! | TViWeb

Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

Luca Faietti Direttore Fondatore ed Editoriale - Arrigo Abalti Fondatore - Direttore Commerciale e Sviluppo - Paolo Usinabia Direttore Responsabile

Copyright © 2025 Tviweb. All Rights Reserved | Tviweb S.R.L. P.Iva E C.F. 03816530244 - Sede Legale: Brendola - Via Monte Grappa, 10

Concessionaria pubblicità Rasotto Sas

Credits - Privacy Policy