VICENZA – La terra dei furti… e nessuno fa qualcosa (il caso Costabissara)
E’ vero che l’allarme è arrivato dal procuratore Antonino Cappelleri, ma anche la magistratura ha la sua parte di responsabilità in quello che sta accadendo nel vicentino
di Diceopoli
“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Vi ricorda qualcosa questa frase? Beh, è bene tenerla sempre a mente quando si tratta di stabilire come si sia arrivati a consegnare di fatto il territorio a bande che vivono facendo furti ai danni dei vicentini, perché sembra davvero che nessuno sia nella condizione di affermare di non aver colpe. La vicenda avvenuta la scorsa settimana è emblematica: un cittadino subisce un furto nella sua casa di Costabissara. Ha la sfortuna di veder sparire un I-phone dal comodino della camera da letto, ma anche la fortuna di vedere bene in faccia uno dei ladri. Poco dopo, quando esce di casa per andare a denunciare i fatti, incontra il ladro ancora in zona e decide di seguire l’auto sulla quale è salito con alcuni complici. Nel frattempo chiama la polizia che invia le volanti a bloccare i fuggitivi, che effettivamente vengono fermati e trovati ancora con l’I-phone della vittima. Arresto in flagranza? No, dice la procura, è passato troppo tempo. Fermo di indiziato di delitto? No, ribatte ancora il magistrato, non c’è pericolo di fuga. I presunti ladri sono rumeni formalmente residenti in Romania, come sarebbe a dire che non c’è pericolo di fuga? Niente da fare, il cittadino recupera il suo telefono e gli indagati se ne vanno dalla questura, probabilmente sorridendo della nostra capacità di mettere fine alle loro scorribande. Alla fine, però, bisogna dire che la procura aveva ragione perché qualche giorno dopo almeno una delle persone identificate a Costabissrra è stata sorpresa a rubare in un appartamento della città e quindi Mircea Mateiu, rumeno di 23 anni, è finito davvero in carcere. Non è fuggito, è vero. Del resto dove lo trova un altro paese come il nostro?
Nel frattempo si viene a sapere che solo nel mese di gennaio 2015 sono stati oltre tremila i fascicoli di indagine archiviati perché aperti contro responsabili rimasti ignoti: significa che i reati ci sono stati, e sono spesso furti, ma non si è mai stati in grado di capire chi sia stato. Nel 2014 c’è stato un numero di archiviazioni per ignoti doppio rispetto a quelle del 2013. Significa che il numero delle sconfitte investigative è enorme e anche che questo è il modo più facile per abbattere la quantità di arretrato della giustizia vicentina. Semplicemente si aprono gli armadi dei pubblici ministeri e si mandano al macero tonnellate di fascicoli che altrimenti sono destinati solo a prendere polvere. Solo in questo modo a fine anno il procuratore può dire di aver contenuto da 13 mila a circa 16 mila l’aumento dell’arretrato in Procura. Ma certo non si può parlare di una vittoria.
A disposizione degli inquirenti vi sarebbero intercettazioni nel corso delle quali stranieri vengono ascoltati mentre consigliano ad amici e familiari di venire in Italia. “Mi hanno beccato a fare un furto, mi hanno portato davanti al giudice dopo una notte in cella.” “Ma ti lasciano telefonare dal carcere?”. “Ma quale carcere! Dopo appena un giorno mi hanno rimesso fuori. Vieni, vieni in Italia anche tu, qui si sta benissimo e fa anche caldo!”
Insomma chi è senza peccato scagli la prima pietra, ma stia attento: se la lancia in alto c’è il rischio che gli ricada sulla testa!














