14 Gennaio 2015 - 16.22

ARZIGNANO – EVASIONE: Assolto il notaio Colasanto

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Ha dimostrato la sua estraneità ai fatti contestati il notaio Michele Colasanto, già in sede di indagini preliminari, ottenendo l’accoglimento della richiesta di archiviazione del procedimento per evasione fiscale. È stato il GIP Dario Silvio Isolino Morsiani del Tribunale di Vicenza, ad accogliere la richiesta di archiviazione presentata dal PM Paolo Pecori, richiesta in cui emerge che la notizia di reato di evasione fiscale è infondata perché, “risulta in modo chiaro, dalla precisa e dettagliata memoria difensiva depositata e dalla consulenza tecnico-contabile, l’errore di impostazione contenuto nella notizia di reato”. Durante l’analisi dei movimenti dei conti del notaio Colasanto relativi all’anno 2007, è stato accertato che l’Agenzia delle Entrate ha commesso un errore metodologico che ha portato alla errata ricostruzione degli importi a saldo finale, dimenticandosi di detrarre i movimenti estranei all’anno di imposta 2007, e conseguentemente alla errata incriminazione.
Soddisfatti i difensori del notaio Colasanto, l’avvocato Massimiliano Leonetti e Mara Pilla dottore commercialista. “Prendiamo atto con soddisfazione – Osserva Mara Pilla, dottore commercialista, partner DTA – che la Procura della Repubblica ha recepito le deduzioni difensive basate sulle perizie tecnico contabili, ed ha ritenuto di chiedere l’archiviazione del fascicolo, confermando quanto la difesa aveva sostenuto sin dal primo momento, cioè che le indagini nascessero da una errata impostazione metodologica”.
L’accusa era pesante: dichiarazione infedele dei redditi, per evadere il fisco.
Il pm Cappelleri aveva contestato a Colasanto, «quale esercente di attività di lavoro autonomo, nella sua qualità di titolare dell’omonimo studio notarile», di aver dichiarato al fisco meno di quanto ha effettivamente incassato. Le contestazioni si riferivano all’anno d’imposta 2007, e quindi alla dichiarazione dei redditi presentata alla fine di settembre dell’anno successivo. Secondo i calcoli degli inquirenti, il notaio avrebbe indicato per quanto riguarda le imposte dirette una somma inferiore al reale per 423 mila euro; e per quanto riguarda l’iva inferiore di 577 mila euro. Avrebbe cioè nascosto al fisco un milione di euro, «superiore al 10 per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati». Di qui l’accusa penale.

Secondo l’avvocato Leonetti “Questa vicenda dimostra, ancora una volta, che la diffusione di notizie di stampa su indagini in corso non deve influenzare l’attività professionale o pubblica dei soggetti coinvolti e che è opportuno attendere il confronto approfondito tra ipotesi d’accusa ed eccezioni difensive, prima di anticipare giudizi che danneggiano la reputazione delle persone coinvolte, soprattutto quando si tratta di stimati professionisti”.

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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