23 Febbraio 2015 - 8.12

VICENZA- Ecco perché la TAV in città rischia di restare solo un progetto

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Non bisogna mai farsi ingannare dalle “slides”. Troppe volte è capitato di vedere progetti che avrebbero davvero potuto cambiare in meglio le nostre vite e ritrovarsi dopo 20 anni a parlare ancora della loro realizzazione. L’idea Tav è affascinante, ma sarà anche fattibile?

di Diceopoli

Serve un minimo di memoria storica per ricordare quante strade sono state fatte a Vicenza nel dopoguerra. Anche se, in realtà, quelle che hanno almeno un po’ cambiato il modo di vivere la città sono appena due: via Aldo Moro, quella che passa dietro la caserma Ederle e dietro il carcere e che nei sogni di tanti amministratori avrebbe dovuto sbucare in qualche modo ad Anconetta o sulla statale per Treviso; e la tangenziale sud, quella voluta e portata a termine da un sindaco determinato come Marino Quaresimin. Il resto, se pure esiste, è robetta.
Ora arriva il progetto relativo al passaggio del treno ad alta velocità e le “slides”, le immagini della trasformazione della città sono roba da film di fantascienza, qualcosa a metà fra “Blade Runner” e “Metropolis”. Due stazioni, binari interrati sopra i quali corrono strade a quattro corsie che rendono la direttrice San Lazzaro-Viale Verona-San Felice una viuzza di quartiere, buona solo per farci passare il filobus. Mezzi pubblici efficienti, finalmente, tubo scolmatore per non aver più problemi di alluvioni con il Retrone, Campo Marzo esteso fino a Monte Berico. Bello. Cosa dite, chiedere anche il teletrasporto del dottor Spock, era davvero troppo?
Oggi chiunque si schieri contro l’Alta Velocità ferroviaria viene considerato o un pericoloso terrorista o un paria sociale. E quindi io non lo farò per nessun motivo al mondo: mi limito a far notare come in moltissimo tempo questa città abbia costruito e cambiato il suo volto con estrema lentezza, anche se sono stati decine i progetti che avrebbero potuto stravolgerla. Cosa ci fa pensare che stavolta sarà diverso? Quante volte abbiamo visto i progetti della bretella alla 46? Quanti chilometri di strada avete visto realizzati fino ad ora? Quante volte avete visto i progetti della prosecuzione a Nord della Valdastico e quanti chilometri si sono fatti nella direzione di Trento? Quante volte i bassanesi hanno creduto che il nodo di San Nazario sulla Valsugana sarebbe stato risolto e poi si sono irrimediabilmente trovati incolonnati in quel punto?
Dal giorno in cui verrà posata la prima pietra della stazione in zona Fiera dovranno passare cinque o sei anni prima di vedere un’opera conclusa, l’organizzazione dei cantieri sparsi per la città richiederà a sua volta un progetto di estrema complessità e nel frattempo quante maggioranze politiche, quanti sindaci, quanti presidenti di Regione e quali si saranno avvicendati?
E tutto questo senza tener conto che ci sono anche persone apertamente contrarie al progetto, un movimento NO Dal Molin che è pronto a diventare NO Tav e a saldarsi con chi si oppone al progetto in Val di Susa ormai da molti anni.
I progetti sono belli, ma arrivare a vederli sul territorio è questione del tutto diversa.

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