8 Maggio 2022 - 11.12

Vicenza, biancorossi fra due fallimenti

Venerdì sera il Vicenza ha conquistato il diritto di giocare i play-out per non dover retrocedere in serie C. Lo ha fatto vincendo sul campo dell’Alessandria e con il minimo scarto, condannando i piemontesi alla serie inferiore e agguantando in extremis la possibilità di giocare ancore due partite con il Cosenza. Può essere che alla fine Baldini conduca questa squadra fino alla salvezza, può essere che invece si scenda in serie C. In ogni caso sarà una disfatta, ma con conseguenze molte diverse.
Questo Lanerossi Vicenza nasce da un fallimento, quello del Vicenza Calcio, lasciato andare al suo destino e sostituito, nell’allora nascente programma di Renzo Rosso, con il titolo sportivo del Bassano. Con quel titolo la squadra si è installata al Menti, si è messa nelle mani di una bandiera del tifo come Mimmo Di Carlo e ha dichiarato di volersi dare un periodo di quattro-cinque anni per tentare la scalata verso la serie A. La prima promozione è arrivata in piena pandemia, anzi forse in parte grazie alla diffusione del Covid. Quel campionato, condizionato dal contagio, è stato fermato anzitempo, anche se effettivamente i biancorossi erano in testa alla classifica. E’ seguito un campionato cadetto senza soddisfazioni e con tanti patemi per traghettarci fino a questa stagione ormai alla fine. Ecco, quest’anno è accaduto l’incomprensibile. Una campagna acquisti che pareva di buon livello si è rivelata assolutamente fallimentare, si è bruciata quasi subito la bandiera Di Carlo per sostituirlo con un allenatore se possibile ancora più perdente. Il Vicenza ha languito a lungo nell’ultimo posto della classifica, ha affrontato in quella posizione il mercato di riparazione di gennaio. Molti dicono che troppo tardi la società ha preso decisioni importanti come il cambio del direttore sportivo, o del terzo avvicendamento di allenatore a favore di Baldini. Fatto sta che la stagione si sta chiudendo con un doppio appuntamento da dentro o fuori. Anche la permanenza in serie B, allora, non può che essere considerata un fallimento. La squadra che dovesse salvarsi non presenta le caratteristiche che servono per pensare, l’anno venturo, ad un destino diverso da quello attuale. Fra giocatori in prestito e contratti a termine, i “migliori” (e non sarebbe facile nominarli) se ne andranno e chi dovesse rimanere non si saprebbe se e come metterli in campo. Il progetto, il programma è fallito e l’anno prossimo bisognerebbe rimettere in piedi una formazione con almeno quattro grandi giocatori per ciascun ruolo che fossero la base di una formazione solida: giovani ma non giovanissimi, motivati, forti, affidabili. Un nucleo, insomma, attorno al quale costruire. E’ pensabile? Si può ragionevolmente pensare che l’anno prossimo si riesca a costruire, dal nulla attuale, una squadra competitiva? E quanto costerebbe? Serviranno altri anni, altri programmi. Servirà anche una nuova società? Questo è probabilmente l’interrogativo più inquietante. In caso di salvezza come di retrocessione è prefigurabile una uscita della famiglia Rosso, una vendita, una cessione? L’ipotesi è serpeggiata fra i tifosi e pare già che ci sia qualcuno che se lo augura addirittura, senza che sia chiaro o pensabile chi potrebbe prendere il posto di mister Diesel.
Fino a qui il ragionamento in caso di salvezza. Se invece dovesse arrivare la retrocessione, allora nulla di tutto quello che abbiamo detto avrebbe più senso. Uscire dalla serie C diventerebbe un incubo. Qualsiasi ragionamento legato allo stadio verrebbe dimenticato, la città ne uscirebbe impoverita, dal punto di vista sportivo ed economico. Un fallimento assoluto, quello si, difficile da rimediare.
Solo il pubblico si salva, un pubblico al quale la serie B va decisamente stretta. Basta leggere i numeri per sapere che i tifosi che hanno seguito la squadra, in casa e in trasferta, da ultimi in classifica è assolutamente fuori scala per le medie della categoria. Ragazzi di vent’anni che non hanno mai avuto il ben di vedere questi colori fare davvero qualcosa di grande si sono esaltati vedendo il Vicenza vincere con la prima della classe, il Lecce. Magra soddisfazione per tifosi da serie A, ma grande e unica certezza per il futuro. Loro ci sono sempre stati e ci saranno sempre.

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