14 Settembre 2015 - 17.44

VICENTINI: bigotti a casa e sporcaccioni fuori

vicenza_bigotta_arte

In principio era la regista Angelica Liddell con il suo spettacolo “Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi” che inaugurerà il 18 sera la stagione dei Classici all’Olimpico: un fiume in piena di polemiche intorno a ferragosto per le annunciate scene osé e scabrose dell’opera sul prestigioso palco vicentino, a suscitare commenti non proprio positivi da parte di politici e cittadini indignati e scossi nel profondo della propria fede, nonostante lo spettacolo sia ad oggi ancora inedito in tutta Italia. Tutti esperti di teatro e devoti, evidentemente.
Poi arrivò la Sposa barbuta del murales “Barba Bride” dell’artista francese Mto, già noto a livello internazionale per l’arte provocatoria. L’opera, realizzata ad Arcugnano in collaborazione con l’associazione Jeos, rappresenta una sposa con barba in onore al matrimonio gay e in molti si sono dimostrati dubbiosi sul suo messaggio, dato che sorge nei pressi di un parco giochi ritenendola forse diseducativa per i più piccoli, al punto che il Comune sta vagliando se interpellare i cittadini con un referendum sul tema.
Street-art e teatro, insomma, hanno scosso le coscienze dei vicentini muovendo sentimenti di orrore e terrore, al punto che un po’ ci si è scordati di altre faccende ben più gravi.
Nell’era dei crimini dell’integralismo islamico e della teoria gender, l’arte riflette e provoca (come per definizione dovrebbe fare) e Vicenza risponde, nel modo più chiuso possibile tra ostruzionismo ed echi al medioevo, come l’ha definito qualche settimana fa il vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci.
Pare dunque che i vicentini che passeggiano per la Biennale di Venezia divertendosi nell’osservare statue di simboli fallici enormi e colorati, che guardano filmini sexy e fanno all’amore al pari del resto del mondo, bestemmiano per intercalare e quando sono a Londra si fotografano di fronte alle opere di denuncia sociale del grande Banksy, a casa propria invece si scandalizzano con livore per uno spettacolo in un teatro che in molti non frequentano nemmeno, e si pongono dubbi amletici su un murales “ambiguo” la cui protagonista ricorda quella cantante tedesca che un anno e mezzo fa applaudirono con entusiasmo e di cui magari ascoltano le canzoni, Conchita Wurst.
Vicentini bigotti nel 2015? Vicenza ancora sagrestia d’Italia come pellicole tipo “Il Commissario Pepe” ci avevano fatto vedere sul grande schermo?
Eppure è la città col maggior numero di sexy club d’Italia, quella che ha le Chiese piene la domenica al pari delle imprecazioni nelle fauci il resto della settimana, dei tradimenti multipli e dei tanti avvocati divorzisti.
Quel che è certo è che lo scandalo è sempre stato un sottoprodotto delle correnti e delle opere d’arte, basti ricordare in un passato recente quanto accaduto a Roma con il flash mob nelle chiese della capitale organizzato dall’artista spagnolo Gonzalo Orquin contro l’intolleranza sul tema del bacio degli sposi omosessuali, oppure la mostra itinerante del dottor morte Gunther von Hagens che ha usato corpi veri di volontari che avevano deciso di donarsi alla scienza e all’arte dopo la dipartita, illustrando così il corpo umano come mai visto prima.
Cosa sarebbe successo se le due esposizioni fossero passate in terra berica?
Magari chissà, in futuro … O magari non ci arriveranno mai.

Ilaria Rebecchi

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA