Veneto – Picchia e minaccia con le forbici l’ex fidanzata, ammira Turetta ed è fuori. Sui social scrive: “Anche stavolta sono libero”

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Una coppa di gelato su un tavolo vista mare. Onde in sottofondo. È l’ultima immagine pubblicata sui social dal 19enne ferrarese che pochi giorni fa ha picchiato e minacciato di morte l’ex fidanzata e la sua famiglia a Mirano, nel Veneziano. Il video è girato sul lungomare di Civitavecchia, città dove risiede un’altra ex vittima delle sue violenze. Ed è lì che il giovane, già denunciato nel 2021 per lo stesso tipo di aggressioni, è tornato, nonostante l’obbligo di firma dopo l’arresto nel Vicentino. Ieri pomeriggio è finito al pronto soccorso.
Il ragazzo, che ha postato frasi di sfida come «Anche stavolta sono libero», è lo stesso che durante il fermo si era ripreso in auto con i carabinieri e che ora inneggia pubblicamente a Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, e a Luciano Liboni, noto criminale dei primi anni Duemila. Sui social, il 19enne ha condiviso persino la lista di oggetti usata da Turetta per uccidere, accompagnandola con la frase: «Turetta esempio modello».
La violenza contro la 18enne di Mirano è solo l’ultimo capitolo di un’escalation inquietante. Sabato scorso, il ragazzo le ha puntato contro delle forbici costringendola a cancellare i numeri di amici e compagni dal cellulare, colpendola con schiaffi e calci per ogni contatto rimosso. «L’ha umiliata. È devastata», racconta la zia della ragazza, che ora è seguita da uno psicologo e vive sotto tutela del Codice Rosso.
Secondo il racconto della zia, l’aggressore ha anche minacciato di farsi del male se la nipote non l’avesse incontrato. In un video inviato martedì dalla casa della madre della ragazza a Montecchio Precalcino, si vede con in mano uno dei topolini domestici della giovane: «Minacciava di buttarlo nei rovi. Non l’abbiamo più trovato».
La famiglia della vittima ha denunciato tutto, anche se una precedente denuncia era stata ritirata dalla ragazza per paura che lui si suicidasse. «Non possiamo pensare di tenerla per sempre in una struttura protetta – dicono i familiari – Va fermato, o farà ad altre ciò che ha fatto a lei». Ora le segnalazioni aperte sono due, una a Mirano e l’altra a Montecchio Precalcino.
Interviene anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, indignato dalle frasi del ragazzo:
«Vorrei incontrare chi l’ha detto. Come può l’assassino di una ragazza essere un modello? Non va aggredito, ma capito. Dovrebbe vivere una settimana della vita di Turetta, oggi, dietro le sbarre».
La giustizia, intanto, prende tempo. Ma la famiglia della giovane vittima lancia un appello: «Aspettare ancora significa mettere altre vite a rischio».