8 Ottobre 2021 - 16.07

Veneto – Condannati vertici casa di riposo per morte di un anziano: la replica di Volpe (URIPA)

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Immediata e secca replica di URIPA Veneto alla sentenza che condanna i vertici della casa di riposo di Lonigo per la drammatica morte di un ospite. Nella struttura morì un pensionato disabile e ieri mattina il giudice Russo ha accolto la richiesta del pubblico ministero onorario Ghirotto. Sono stati inflitti 4 mesi di reclusione a Renzo Giannini, 79 anni, ex presidente di Villa Serena a Lonigo, e a Nevio Slaviero, 57, direttore generale, entrambi residenti a Lonigo. Gli imputati hanno goduto della sospensione della pena.

Il Presidente di URIPA Roberto Volpe: “L’ennesimo episodio che torna a sottolineare quale sia l’urgenza di una seria riflessione da parte del legislatore sulle strutture residenziali per persone anziane non autosufficienti che di certo non sono più le case di riposo di 20 anni or sono!”

E’ di ieri la sentenza di primo grado che ha condannato a 4 mesi di reclusione l’ex Presidente e il Direttore dell’Istituto per Anziani Villa Serena a Lonigo ritenuti colpevoli della morte di un ospite anziano non autosufficiente che, nel 2016, è uscito autonomamente dalla struttura con  sedia a rotelle e successivamente deceduto a seguito di una caduta.

Il Dott. Roberto Volpe, presidente URIPA – Unione Regionale Istituti per Anziani del Veneto, esprime la sua solidarietà alla Direzione, al Presidente e al personale della struttura, con profondo sdegno per una sentenza che ancora una volta mette in evidenza la situazione paradossale in cui riversano le RSA e le circostanze assurde in cui gli amministratori e i dirigenti si trovano ad amministrare e dirigere queste strutture.

Le nostre strutture si trovano a gestire persone anziane in condizione di parziale o totale non autosufficienza caratterizzata da pluripatologie spesso accompagnate da decadimento cognitivo di vario livello la cui capacità di intendere  e di volere, per molti di questi ospiti, ha variabilità spesso nell’arco della stessa giornata. – dichiara Volpe – Se impediamo agli ospiti di uscire rischiamo di essere denunciati per sequestro di persona ma se l’ospite esce autonomamente rischiamo si verifichino fatti come quello che è successo a Lonigo con la conseguenze che abbiamo visto. Leggere questa notizia, in attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato il Giudice ad esprimersi in questa direzione, fa comunque molto male perchè mette in evidenza da un lato la grande responsabilità che hanno i consigli di amministrazione rispetto a questo schizzofrenico sistema, dall’altro uno Stato che non ha coscienza e conoscenza che il nostro Paese invecchia con tutto ciò che questo comporta. La Pandemia ha prepotentemente messo in luce le criticità in cui versano le strutture residenziali per persone anziane non autosufficienti e questo è l’ennesimo episodio che torna a sottolineare l’urgenza di un momento di riflessione da parte del legislatore; le nostre strutture devono urgentemente veder riconosciuta la propria identità e il loro effettivo ruolo e come tali devono essere tutelate siano esse pubbliche o private. Infine smettiamo di chiederci perché oltre ad infermieri, operatori socio sanitari ed altre figure professionali non troveremo neanche più direttori ed amministratori disponibili ad assumersi le responsabilità di cura e di gestione! Parte di questa risposta è anche tra le righe di questa sentenza!”

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