20 Maggio 2024 - 10.18

VENETO – Gli apicoltori abbandonano la Valpolicella e il Montello

La Giornata Internazionale delle Api si celebra in tutto il mondo il 20 maggio. Quest’anno, l’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto mette in luce le crescenti problematiche del settore. Il presidente regionale, Gerardo Meridio, afferma: “È positivo vedere aumentare le iniziative a favore delle api e del miele italiano. Tuttavia, il marketing sostenibile promosso dalle associazioni di agricoltori deve essere accompagnato da azioni concrete nel campo dell’agricoltura e nell’uso dei pesticidi. La diminuzione delle api è un problema che riguarda tutti, non solo gli apicoltori”.

Le api stanno scomparendo dalla Valpolicella e dal Montello

In Valpolicella e nel Montello, gli apicoltori e le api sono ormai pochi: alcuni hanno già trasferito i propri alveari altrove, mentre altri cercano disperatamente terreni sicuri dove collocarli. Oltre ai parassiti e ai cambiamenti climatici che affliggono tutta l’Italia, questi territori specifici devono affrontare ulteriori sfide. Le api muoiono di fame a causa delle monocolture e dell’uso crescente di fitofarmaci in agricoltura e viticoltura. “È urgente coinvolgere Comuni e associazioni di categoria in un dialogo costruttivo con gli apicoltori per analizzare e risolvere il problema – sottolinea Meridio. Sono necessarie misure efficaci per salvare le api e la biodiversità nei territori della Valpolicella e del Montello, come dimostra l’esperienza dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto/UNAAPI e dell’Istituto Cerletti di Conegliano nel Montello”.

L’analisi del problema: dalla perdita di biodiversità ai trattamenti

La perdita di biodiversità rappresenta un problema significativo. Le api necessitano di una vasta gamma di fiori che coprono l’intero periodo da marzo a settembre. Questo è anche il periodo in cui gli agricoltori trattano le loro colture. Basterebbero semplici accorgimenti, come lo sfalcio del prato sottostante, per evitare che i fiori attirino le api, che altrimenti morirebbero a causa delle elevate concentrazioni di sostanze nocive.

Non va sottovalutato l’effetto deriva delle sostanze utilizzate nei trattamenti, che coprono ampie aree. Le api, e altri insetti impollinatori come i bombi, alla ricerca di nettare e polline, vengono avvelenate e non riescono a riportare al proprio alveare il poco che hanno raccolto. Gli alveari si spopolano progressivamente fino al collasso.

Le grida d’aiuto all’Associazione

Negli ultimi anni, l’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto, che conta fino a 800 soci solo nel Veronese e oltre 3.000 in tutto il territorio regionale, ha ricevuto numerose richieste d’aiuto dagli apicoltori che subiscono gravi morie di api in Valpolicella, nel Montello e altre zone del Veneto.

Secondo i dati dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto, negli ultimi 5 anni nel Montello si è evidenziato un grave problema: durante l’intero periodo vegetativo della vite, i pesticidi vengono spruzzati sulle colture, disperdendosi nei boschi di acacia circostanti e causando la morte di miliardi di api. Questo fenomeno, aggravato dal cambiamento climatico, ha portato a un drastico calo nella produzione di miele, passando da medie di 35-40 kg per alveare a soli 5-10 kg in circa 15 anni.

I Comuni amici delle api e il marketing sostenibile

Nonostante le denunce e gli appelli, le risposte sono state scarse. Molti comuni veronesi hanno aderito al movimento “Comuni amici delle api”, ma le azioni concrete si limitano a cartelli e aiuole promozionali. Questo solleva dubbi sull’efficacia dell’iniziativa.

Le testimonianze degli apicoltori, agricoltori ed esperti della Valpolicella

Giorgia Lonardi, titolare dell’Azienda agricola Cascina Capo, è una delle apicoltrici costrette a spostare le proprie api dalla Valpolicella: “Abbiamo portato le api a Torbe per attività didattiche e pedagogiche, ma ogni anno subiamo gravi perdite durante i trattamenti”.

Liliana Coroian, coltivatrice di ortaggi di alta qualità per chef stellati di Verona, aggiunge: “Nel mio campo, ho creato un ecosistema che non richiede fitofarmaci. Tuttavia, senza impollinatori, questo equilibrio è a rischio”.

Beti Piotto, ex ricercatrice dell’ISPRA, spiega: “Le api offrono un servizio ecosistemico fondamentale: l’impollinazione. Non solo per i frutti destinati all’alimentazione umana, ma anche per l’80% delle specie vegetali spontanee che sostengono la catena alimentare di numerose specie selvatiche”.

Daniela Begnini, vicepresidente dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto, sottolinea: “Le api non potrebbero sopravvivere senza l’aiuto degli apicoltori. Se questi si spostano altrove, la Valpolicella rimarrà senza impollinatori e l’agricoltura dovrà impollinare a mano”.

La strage di api nel Montello

Francesco Bortot, apicoltore professionista, racconta: “Nel Montello, gli alveari non crescono più dopo l’inizio dei trattamenti. Le derive dei pesticidi sono micidiali e investono i boschi, causando spopolamenti del 25-30% della popolazione di api in poche ore”.

Cosa fare: il progetto virtuoso presentato dall’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto con l’Istituto G.B. Cerletti di Conegliano, al Vinitaly

Nel Montello, gli Apicoltori del Veneto, insieme a Francesco Bortot e UNAAPI, hanno gestito 5 apiari con il supporto di cantine e viticoltori sensibili al problema. I risultati delle analisi, che saranno presto presentati in un convegno, mostrano che le api negli apiari situati nei vigneti della scuola enologica di Conegliano stanno meglio delle altre. Il progetto presentato da Fabrizio D’Ignazio, Gerardo Meridio, Francesco Bortot e Giuseppe Cefalo durante il talk show organizzato dal MASAF, prevede una gestione beefriendly dei vigneti. Con la conduzione SQNPI, che valorizza le produzioni agricole vegetali ottenute in conformità ai disciplinari regionali di produzione integrata, il Cerletti rappresenta un esempio virtuoso di convivenza tra api e viticoltura. Certificato Biodiversity, il Cerletti è diventato un custode dell’integrità ambientale del territorio, attuando valutazioni dell’indice di biodiversità di acqua, suolo e licheni. I vini prodotti spaziano dai bianchi ai rossi, contemplando molte varietà di DOC e DOCG, migliorando il gusto e salvaguardando api e ambiente.

“Il progetto – prosegue il Presidente degli Apicoltori del Veneto, Gerardo Meridio – presentato al
Sottosegretario all’agricoltura on. D’Eramo potrebbe consentire l’individuazione di buone pratiche
che consentano la certificazione dei Vigneti compatibili con le api e potrebbe essere un gradino
maggiore di caratterizzazione del biologico con l’ape nell’etichetta”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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