VENETO – Bitonci a Padova stacca la luce ai rom, fuga verso Vicenza?

Continuano a tenere banco i rom nel Veneto. Se a Vicenza la questione del difficoltoso ritorno dei nomadi di Via Cricoli va finire sulle dichiarazioni di Claudio Cicero, consigliere di minoranza, che li paragona ai maiali, a Padova si procede a colpi di controlli e scontri amministrativi fra il sindaco leghista bitonci e i campi rom cittadini. Nei giorni scorsi gli agenti della Polizia locale padovani, con alcuni operatori tecnici dell’Enel e loro coordinatori hanno staccato venti allacciamenti alla rete elettrica, con falsi contratti commerciali di cantiere, stipulati da alcuni nomadi. Questa la spiegazione data dall’assessore alla Sicurezza del Comune di Padova, Maurizio Saia. Ma l’amministrazione non si ferma qui. E’ stato annunciato per i prossimi giorni un tour di tutti i campi, di diverse dimensioni, dislocati sul territorio comunale, con lo scopo di “regolarizzare la posizione di eventuali altri morosi, che stando alla società, sarebbero decine. Per evitare di pagare la corrente -sostiene Saia- gli abusivi sogliono richiedere un allacciamento di tipo commerciale e provvisorio, per un cantiere edile che, nei fatti, non esiste. Dopo il saldo dei 150 euro, dovuti per l’istallazione e l’allacciamento fisico, che avviene alla presenza di un tecnico, gli abusivi smettono di pagare, cestinando tutte le bollette. Perché interveniamo? Su richiesta proprio dell’Enel, per costringere i morosi a saldare i loro debiti e per colpire, con tutte le armi che la legge ci mette a disposizione, quegli accampamenti che moltiplicano degrado e illegalità».
Da tempo il Comune a nuova conduzione leghista ha iniziato una politica di ‘regolamentazione’ in questo senso. Sono diversi i campi abusivi nel territorio comunale padovano: via Bassette, via Cà Manzoni, via Ferrero, via Mincio, ancora via Mincio, via Peano, via Polveriera, via Querini, via Sette Martiri, ancora via Sette Martiri, via San Giacomo e via Chiesanuova. L’amministrazione comunale ha promesso di sgomberare. Si tratta di insediamenti non autorizzati, su terreni pubblici o privati, alcuni più grandi, come quello di via Bassette a Mortise; altri più piccoli, come quello di via Chiesanuova, dove all’interno vivono decine di rom. Uomini, donne e bambini. Il Comune ha emesso un’ordinanza che impone a chi abbia costruito abusivamente un accampamento di abbattere ogni tipo di edificazione entro 90 giorni. In caso ciò non avvenisse l’amministrazione sarebbe autorizzata ad intervenire.
Probabile che al momento dello sgombero i nomadi cerchino un territorio più accogliente a ridosso di un capoluogo. La città più vicina a Padova è Vicenza. Naturale pensare che fra le prime mete prescelte ci sia proprio il capoluogo berico, sempre che, anche a Vicenza, non si decida di utilizzare il pugno di ferro nella politica di controllo dei campi abusivi lungo le strade. Chiaro che manca una visione politica di più alto livello. Sono le amministrazioni comunali a dover fronteggiare il fenomeno degli itineranti con provvedimenti di sgombero ad hoc, come accaduto diverse volte a Schio, per esempio. A Vicenza il fenomeno sembra per ora ridotto, ma sono diversi i mini accampamenti di roulottes o camper nei parcheggi cittadini. L’impressione è quella dei vasi comunicanti per cui eliminando il problema da una parte, si riaffaccia dall’altra.













