11 Dicembre 2025 - 9.56

Torna a crescere la produzione nel Vicentino

Torna a crescere la produzione, anche se il quadro generale rimane all’insegna di una generale debolezza e di una grande incertezza: l’indagine congiunturale elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza relativa al III trimestre mostra il permanere di una situazione difficile, ma anche alcuni elementi positivi.

Il più evidente è appunto l’andamento della produzione, aumentata dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, sebbene il fatturato rimanga in territorio negativo (-0,8%), con un saldo invece rispettivamente di +0,4% e +0,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E anche i dati veneti e italiani risultano allineati con i valori di Vicenza, evidenziando una variazione contenuta ma positiva della produzione su base congiunturale rispettivamente pari a +1,2% e +0,5%.

Anche l’andamento degli ordini acquisiti evidenzia andamenti discordanti: rispetto al II trimestre infatti la variazione è decisamente positiva per il mercato domestico (+1,9%) e molto negativa per quello estero (-2,6%) dopo la corsa ad anticipare i dazi statunitensi; un andamento divergente che seppure in misura inferiore trova conferma anche rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: +0,5% gli ordini dall’Italia e +0,8% quelli dai mercati internazionali.

Sotto il profilo settoriale tutte le variazioni della produzione sono negative rispetto al 3° trimestre del 2024 in quasi tutti i settori, le uniche eccezioni riguardano il settore alimentare e quello del sistema moda (in questo secondo caso il confronto è con un periodo di estrema debolezza). I dati sono leggermente positivi per la metal-meccanica mentre sono decisamente negativi per il settore del legno-mobile, della concia e dell’orafo. Complessivamente sembrano in fase di espansione i settori legati ai beni di consumo mentre più in difficoltà restano le imprese legate alla produzione di beni di intermedi e di investimento.

In chiaro-scuro anche i dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali: nel 3° trimestre infatti le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono state 4,7 milioni, in aumento rispetto al trimestre precedente, ma in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano state 5,8 milioni (-12,8%). Inoltre prendendo in considerazione le ore complessive di CIG dei primi 9 mesi dell’anno, si nota un incremento significativo, dovuto però al numero elevato di ore autorizzate nel primo trimestre dell’anno (15,8 contro 13,9 milioni); inoltre gran parte delle richieste riguarda la componente ordinaria (CIGO).

In relazione all’apertura di procedure concorsuali nel 3° trimestre 2025 va ancora tenuto conto della modifica normativa relativa alla composizione negoziata della crisi d’impresa, ma ormai i dati cominciano ad avere una certa solidità: i procedimenti e le crisi d’impresa sono state complessivamente 79, le aperture di fallimento 31 e i concordati e gli accordi 3. Le procedure aperte nel periodo sono state quindi complessivamente 113, erano state 118 nel 1° trimestre 2025 e 128 nel 2° trimestre 2025. Così nei primi nove mesi del 2025 l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato un numero molto più elevato di imprese rispetto all’analogo periodo del 2024 (359 imprese rispetto a 186): vi è quindi un forte incremento a conferma del deterioramento della situazione economica, ma i dati vanno letti ancora con cautela vista la modifica normativa.

Si conferma invece vivo lo spirito imprenditoriale del territorio: Nel 3° trimestre 2025 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è stato positivo e pari a +179 (è stato di –279 nel 1° trimestre e +257 nel 2°). Conseguentemente nei primi nove mesi del 2025 si è registrata un aumento del numero delle imprese registrate: il saldo è infatti pari a +157. Va sottolineato che nel terzo trimestre il numero di cancellazioni di imprese è il più basso dal 2° trimestre del 2020. Più in dettaglio, su base settoriale cresce il numero di imprese nei settori del credito-assicurazioni e dei servizi alle imprese e alle persone mentre diminuiscono le imprese del manifatturiero, del turismo e del commercio.

In segno positivo troviamo anche il dato sull’occupazione, che a fine settembre nel settore manifatturiero era pari a 149.521 unità, in leggero aumento sia rispetto a giugno (+202 unità) anche se tale valore resta al di sotto della soglia di 150.000 lavoratori raggiunta nel 2024. Nonostante il cambiamento di intonazione dell’andamento economico, i dati sull’occupazione mostrano che c’è ancora la necessità di reperimento soprattutto di alcune figure professionali, anche se il numero di richieste si riduce: secondo i dati Excelsior nel periodo dicembre-febbraio le imprese vicentine di tutti i settori richiederanno 18.320 nuove figure in entrata (-1.730 rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) ma l’assunzione sarà difficile in oltre metà dei casi (53%).

Un altro timido segnale positivo riguarda il rapporto con il credito alle imprese, che registra una moderata espansione e anche un miglioramento qualitativo di quest’ultimo. Più in dettaglio, l’ufficio studi della Banca d’Italia ha realizzato in coordinamento con Unioncamere Veneto una revisione della serie dei prestiti vivi alle imprese al fine di rendere più precisa l’analisi. L’ultimo dato disponibile è al 30 giugno 2025: il livello dei prestiti vivi alle imprese vicentine è pari a 12,5 miliardi in leggera crescita rispetto a inizio anno (erano 12,2 miliardi al 31 dicembre 2024). Torna a diminuire il tasso di decadimento dei prestiti anche se in modo contenuto: da 1,832 del primo trimestre 2025 a 1,772 del secondo (ma era 0,912 nel secondo trimestre 2024). Si tratta di un indicatore che misura l’entrata “in sofferenza” dei crediti: la situazione del credito appare quindi in parziale miglioramento.

In questo contesto, a fine settembre i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti erano 49, un dato in flessione rispetto a quello del trimestre precedente (52), mentre il grado di utilizzo degli impianti resta stabile ma lontano dalla quota ottimale dell’80% e si attesta a 70,7% (era il 71,9% nel 2° trimestre). Nonostante ciò, la quota di imprenditori che prefigura un incremento produttivo nel breve periodo non diminuisce, anzi cresce seppure in modo quasi impercettibile, passando dal 37,5% al 37,6%.

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