Siamo ignoranti digitali: perché i biscottini rischiano di toglierci la privacy!

L’intelligenza artificiale (IA) si sta evolvendo rapidamente, diventando onnipresente e offrendo una vasta gamma di applicazioni, dall’assistenza virtuale ai sistemi di automazione. Il suo sviluppo si basa sull’addestramento di algoritmi sofisticati che richiedono la raccolta massiva di dati personali. Questo processo, noto come “web scraping” sta sollevando profonde preoccupazioni etiche e normative, poiché gli utenti sono spesso ignari di come i loro dati vengano raccolti e utilizzati. La trasparenza è un requisito fondamentale per bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione dei diritti individuali. È cruciale comprendere che la semplice presenza di dati personali su internet non giustifica la loro raccolta indiscriminata, né l’utilizzo per scopi diversi da quelli per cui erano stati inizialmente forniti. I rischi legati all’intelligenza artificiale (IA) sono una preoccupazione crescente, che va oltre i semplici problemi di privacy e sicurezza dei dati.
L’era digitale rappresenta una rivoluzione culturale e sociale e non una semplice evoluzione tecnologica, e questo a causa della velocità e pervasività con cui sta occupando le nostre vite, ridefinendo le dinamiche della conoscenza, del lavoro e delle relazioni interpersonali. Di conseguenza, le persone – considerato tutto il tempo che trascorrono in rete – debbono prestare una crescente attenzione ai loro dati personali e per far si che ciò accada è fondamentale promuovere l’alfabetizzazione digitale e l’educazione civica digitale come materia obbligatoria di insegnamento scolastico.
Ogni persona deve essere in grado di comprendere i meccanismi di raccolta, uso, tipo di trattamento, conservazione e recupero dei propri dati e bisogna chiarire che i cookies non sono biscottini dolci da accettare senza leggere, ma strumenti di targhettizzazione e profilazione dell’individuo a fini commerciali e non solo.
Nell’era in cui l’Intelligenza artificiale è sempre più parte della quotidianità, le imprese devono garantire solidi meccanismi di verifica anagrafica, trasparenza e base giuridica nei processi di raccolta e trattamento dei dati, informazione adeguata su quali dati vengono raccolti e per quali finalità. Le aziende dovrebbero, dunque, implementare policy etiche e garantire un maggiore controllo sugli algoritmi per evitare distorsioni e discriminazioni. L’innovazione deve essere bilanciata con il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana.
L’IA è ormai invasiva, copre già molte attività della nostra quotidianità. È presente attraverso assistenti vocali come Siri e Google Assistant, i sistemi di raccomandazione di piattaforme di streaming, la navigazione assistita da GPS, i chatbot per il servizio clienti e la cybersicurezza, le auto a guida assistita, gli elettrodomestici intelligenti e la personalizzazione delle esperienze di acquisto online. Sistemi come termostati intelligenti e illuminazione si adattano alle abitudini degli utenti, mentre elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici possono suggerire ricette o ottimizzare il lavaggio.
L’IA analizza dati in tempo reale per ottimizzare i percorsi e prevedere il traffico, migliorando le nostre condizioni di guida. La guida assistita e le auto completamente autonome utilizzano sensori e algoritmi di IA per interpretare l’ambiente e reagire istantaneamente. Inoltre, l’IA personalizza i risultati di ricerca e suggerisce contenuti, come film o prodotti, in base alle preferenze dell’utente. Le piattaforme di e-commerce utilizzano l’IA per mostrare pubblicità e prodotti personalizzati, basandosi sugli acquisti e le ricerche precedenti. Assistenti virtuali che simulano conversazioni umane vengono usati per il servizio clienti, fornendo risposte e supporto.
Può anche essere usata per creare immagini, video e audio falsi ma estremamente realistici, noti come “deepfake”, che possono essere usati per truffare, rovinare la reputazione e mettere in dubbio la fiducia nei processi decisionali.
L’intelligenza artificiale potrebbe anche minacciare la libertà di riunione e di protesta, perché potrebbe permettere di rintracciare e profilare individui legati a determinati gruppi o opinioni.
Per evitare ogni genere di pregiudizio, la normativa sull’IA richiede che i set di dati utilizzati per addestrarla siano il più possibile completi e privi di errori.
Va regolato, inoltre, l’uso di alcune applicazioni di IA che possono minacciare i diritti dei cittadini, ad esempio l’uso di sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine è vietato, tranne in alcuni casi strettamente definiti.
Per garantire la protezione dei dati personali, aziende e istituzioni devono adottare strategie efficaci, tra cui l’implementazione del principio di Privacy by Design che prevede funzionalità di sicurezza integrate per ridurre i rischi legati alla privacy, anonimizzazione dei dati di protezione senza comprometterne l’utilizzo, audit e certificazioni di conformità con controlli regolari per verificare che i sistemi rispettino il GDPR e AI Act.
L’Unione Europea ha stabilito un solido quadro giuridico per governare l’IA e il trattamento dei dati personali. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, GDPR, in vigore dal 2018, è la normativa di riferimento che tutela i diritti individuali. L’AI Act, approvato dal Parlamento europeo nel 2024, introduce invece un quadro di regole specifico per i sistemi di IA, classificandoli in base al rischio e garantendo che lo sviluppo tecnologico rispetti i diritti fondamentali. Questi due regolamenti lavorano in sinergia per una governance etica dei dati. Anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione, con una propria strategia nazionale per l’IA. Il Garante della Privacy italiano ha un ruolo cruciale, vigilando sulla conformità e intervenendo, come nel caso di OpenAI, per garantire il rispetto del GDPR e dei diritti dei cittadini.
In sintesi, la dimensione dell’IA è parallela al mondo in cui viviamo, e il suo sviluppo deve essere guidato in modo responsabile e inclusivo per evitare di compromettere la privacy e i diritti dei cittadini, in particolare quelli dei minori.













