10 Marzo 2014 - 8.12

Cimiteri, il racket del rame: una piaga tutta vicentina

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di Dieceopoli

L’oro rosso fa gola e i ladri non si fanno certo intimorire dal fatto che per rubare il rame bisogna andare a disturbare il sonno dei morti. Loro, di sicuro, non possono fare nulla per dare l’allarme.
Ma a dire il vero nemmeno i vivi stanno facendo chissà quali azioni per fermare un fenomeno che suscita l’indignazione dei cittadini, ma vede sindaci e forze dell’ordine assolutamente incapaci di far scattare le manette. E anche quando gli arresti si verificano, la custodia cautelare dura lo spazio di un mattino.
Nell’arco dell’ultimo anno vi sarà sicuramente capitato di sapere che un cimitero era stato depredato delle grondaie o delle lastre di copertura sul tetto. Lo avrete sicuramente letto sul giornale, ma sapete davvero quante volte é successo?
Ve lo racconto io!
8 marzo 2013, ladri in azione al cimitero di Rosá.
10 marzo 2013, furto di rame al camposanto di Altissimo.
20 marzo 2013, dal cimitero di Costabissara spariscono cento metri quadrati di copertura in rame. Bottino almeno 20 mila euro 21 marzo 2013, ladri fanno razzia nel cimitero di via Ca’ Diedo a Cusinati di Rosá.
20 aprile 2013, spariscono 60 metri di grondaia dal cimitero di
Gambellara.
24 aprile 2013, viene spogliata la cappella ottagonale del cimitero di Cartigliano, danno 15 mila euro e tetto che non regge più la pioggia.
6 giugno 2013, ladri in azione a Monticello Conte Otto: sorpresi riescono a fuggire.
17 agosto 2013, vengono rubate le grondaie del cimitero di Trissino.
Pochi giorni prima era toccato a quelle della vicina chiesa di Santa Maria Maddalena.
19 settembre 2013, furto al cimitero di Pojana Maggiore. Nella stessa notte viene fermato a Vicenza Gheorghe Florin, rumeno di 35 anni.
Nella sua auto i carabinieri trovano 300 chili di rame e ghisa. Lo denunciano, gli sequestrano merce e auto e lo rimettono in libertà. 12 ottobre 2013. Dopo un furto da 20 mila euro al cimitero di Velo D’Astico, il sindaco annuncia di voler rifare il tetto in latta.
Almeno non attirerá più i ladri 18 ottobre 2013, spariscono 200 metri quadrati di rame dal cimitero di Piovene 26 ottobre 2013. Per la seconda volta nell’arco di circa un anno finisce nel mirino dei ladri il cimitero di Maddalene. 200 metri quadrati di rame prendono il volo. Recentemente i cittadini hanno fatto sentire tutta la loro rabbia per il fatto che i lotti 16 e 17 sono senza copertura, la pioggia rovina le sepolture e spesso c’è il rischio di cadere sui pavimenti resi viscidi.
3 dicembre 2013, danni per 4500 euro al cimitero di Castelgomberto, depredato di coperture e profili in rame. I ladri strofinano i tubi già ossidati prima di prelevarli. Vogliono evitare fregature, non prendono quelli fatti con materiali diversi dal rame.
31 dicembre 2013, furto di rame per 7000 euro al cimitero di Sovizzo.
Qualche giorno dopo il sindaco Marilisa Munari investe denaro in bilancio per installare telecamere a sorvegliare il cimitero!!!
Pensate un po’, telecamere per tenere sotto controllo i morti!
14 gennaio 2014 spariscono 100 metri quadrati di lastre di rame dal camposanto di Castegnero.
13 febbraio 2014, danni per 2000 euro nel cimitero di Nogarole
26 febbraio 2014, nuovo furto al cimitero di Castelgomberto spariscono 90 metri di profili in rame, valore 25 euro a metro quadrato.
27 febbraio 2014, i ladri entrano al cimitero, si lasciano chiudere dentro all’ora di chiusura e poi fanno man bassa.
7 marzo 2014, sparisce l’intera copertura del cimitero di Torri di Quartesolo.
Li avete contati? Sono una ventina di colpi. Solo il nucleo investigativo dei carabinieri, nell’aprile scorso, é stato in grado di arrestare una banda di predoni dei cimiteri: Giuliano Meneghetti, Roberto Groppi, Abdelhadi El Kihal, Ahmed El Kihal,
Abderrahim Erradi. Sono stati tutti interrogati e poi rimessi in libertà con l’unico obbligo di passare a firmare i registri in caserma. Anche Roberto Groppi, artigiano che si sarebbe prestato a ricettare il rame, pagandolo molto meno del prezzo di mercato. Nel suo capannone i carabinieri hanno sequestrato anche un macchinario per estrarre il rame dai cavi dell’alta tensione.
Cosa fare, allora? Vale la pena di militarizzare i cimiteri, recintarli con il filo spinato e metterci le guardie armate o decine di telecamere? Non sarebbe il caso di cominciare a pensare a materiali diversi per le coperture degli edifici sacri? Diciamolo, c’è stata una generazione di architetti che ha deciso che il rame era il materiale perfetto per chiese e cimiteri. Da domani, architetti, facciamo tutto con la plastica!

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