20 Luglio 2023 - 11.51

Il caso dei Buoni Fruttiferi Serie Q delle Poste ‘ridotti’: rinviata la class action al 2024. Federconsumatori: “Continueremo a combattere per i cittadini”

Buoni fruttiferi postali: la class action sui buoni della Serie Q rinviata d’ufficio al 22 maggio 2024. Non ci fermiamo, ci batteremo fino a quando i cittadini coinvolti non otterranno giustizia.

(Riceviamo e pubblichiamo una comunicazione di Federconsumatori)

Sono molte le vicende che hanno interessato i buoni fruttiferi postali nell’ultimo periodo: dalla multa dell’AGCM a Poste Italiane per riscontrate anomalie  nell’ attività di collocamento e di gestione dei buoni a termine (l’azienda, secondo l’Autorità,  ha, infatti, omesso e/o fornito informazioni ingannevoli circa la prescrizione dei titoli emessi), all’interessamento della Corte di Strasburgo per quanto riguarda i buoni postali della serie “Q/P” collocati da Poste Italiane per i quali l’azienda, al termine dei trenta anni di vita dell’investimento, riconosce al risparmiatore un importo inferiore a quanto promesso.

Tutte vicende che hanno posto in luce le criticità dei Buoni Fruttiferi Postali, che stanno minando le certezze dei risparmiatori, convinti di investire i loro risparmi n modo sicuro, trasparente e garantito.

A ciò si aggiunge l’ennesimo rinvio del giudizio che doveva pronunciarsi circa l’ammissibilità della class action promossa da Federconsumatori sui buoni fruttiferi postali della Serie Q, atteso per il 12 luglio.

Con il nuovo rinvio, disposto d’ufficio la discussione della causa è slittata di un anno, precisamente al 22 maggio 2024.

Un’ulteriore attesa per i cittadini che, da anni, attendono di ottenere giustizia e di vedersi riconosciuto il corretto importo dei buoni in loro possesso.

Tempi così dilatati non fanno altro che scoraggiare i risparmiatori coinvolti, compromettendo la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario. Anche per questo Federconsumatori si batte da anni per il potenziamento di strumenti preventivi e alternativi per la risoluzione delle controversie, al fine di alleggerire e rendere più tempestivo ed efficiente il sistema giudiziario.

Questo rinvio, inaspettato, non basterà a fermare la class action sui buoni fruttiferi postali: intendiamo portare a termine, con convinzione, tale battaglia, fino a quando non saranno riconosciute le ragioni di chi ha investito i propri risparmi nei buoni fruttiferi oggetto dell’azione promossa.

Invitiamo i cittadini interessati a contattarci tramite i canali dedicati e a visitare il sito www.serieq.it per rimanere aggiornati sugli sviluppi e avere informazioni su eventuali adempimenti da svolgere per il proseguimento della class action.

ADERISCI

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una serie di sentenze riguardante il tema dei buoni fruttiferi postali vinte contro Poste Italiane, ma sappiamo che non sempre è semplice districarsi fra legislazioni e timbri e, di conseguenza, portare avanti in maniera autonoma la propria battaglia personale. La situazione infatti resta spinosa in quanto i motivi per cui i tassi del buono non corrispondono, in molti casi, a quanto riscosso dal risparmiatore, sono principalmente due:

1. La legislazione italiana. Nel 1973 venne emanata una legge che permetteva al Ministero del tesoro di poter abbassare il tasso di interesse anche dei buoni già sottoscritti, legge di cui il Ministero beneficiò a partire dal 1986. Le serie antecedenti alla Q, quindi la M – N – O – P vennero tutte equiparate alla nuova serie emanata nell’86, la quale aveva dei tassi di interesse decisamente inferiori a quelle precedenti. Molte sentenze si sono chiuse favore di Poste Italiane, mentre solo una minoranza a favore dei consumatori. Questo perché appunto non è semplice aprire un contenzioso nei confronti di quello che è un atto legislativo.

2. La seconda causa di svalutazione riguarda i buoni emessi dopo il 1 luglio del 1986. Poste italiane infatti, nonostante dovesse applicare la nuova serie, utilizzava ancora i buoni precedenti. Una serie di azioni amministrative hanno complicato la situazione: non sempre, infatti, venivano applicati i timbri, oppure venivano applicati nel lato sbagliato, o ancora venivano indicati tassi d’interesse sfavorevoli rispetto alla serie di riferimento. In questo caso abbiamo diverse sentenze vinte a favore dei consumatori, i quali hanno diritto alla riscossione di una parte dell’investimento che non è stata conteggiata a suo tempo.

Questo ci porta ad essere molto positivi sulla possibilità di poter risarcire un numero quanto più ampio possibile di consumatori investitori di un buono serie Q, unendo le forze verso una direzione comune: il diritto dei consumatori, l’esigenza di tutelare i risparmi degli italiani e di conseguenza, in molti casi, i sacrifici di lavoratori che hanno cercato di assicurare un futuro a figli e nipoti.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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