FAR WEST ITALIA – Decreto salva-ladri, proteste dal Veneto
Dal Veneto e non solo si levano forti proteste per il cosiddetto “decreto salva-ladri” che fa proprie le proposte elaborate dalla commissione ministeriale nominata con D.M. 27 maggio 2014. Con tale proposta, viene data applicazione alla legge delega 67/2014 in materia di pene detentive non carcerarie e depenalizzazione.
Secondo quanto sottolinea un comunicato di Palazzo Chigi, l’istituto “consentirà una più rapida definizione, con decreto di archiviazione o con sentenza di assoluzione, dei procedimenti iniziati nei confronti di soggetti che abbiano commesso fatti di penale rilievo caratterizzati da una complessiva tenuità del fatto, evitando l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria”. Resta comunque aperto il profilo civile dei reati; tale proposta, nei piani del governo, dovrebbe consentire “di deflazionare il carico giudiziario restituendo alla giustizia la possibilità di affrontare con nuove energie indagini e processi complessi”.
Tra i reati depenalizzati, reati contro il patrimonio come furto semplice, danneggiamento, truffa, ma anche violenza privata o minaccia per costringere a commettere un reato, tutti sanzionati fino a 5 anni di detenzione.
Tale provvedimento sta scatenando furiose polemiche. In prima linea la Lega Nord, ma non solo. E’ di ieri l’intervento della senatrice del Carroccio trevigiana Patrizia Bisinella:
“Mentre tutti stavano a guardare il discorso di Mattarella per il suo insediamento, il governo ha fatto depenalizzare 157 reati, tra cui il furto, oltre poi, ad esempio, all’omissione di soccorso, l’omicidio colposo e la corruzione”. “Proprio martedì -continua Bisinella- il decreto per la depenalizzazione dei reati è passato in commissione Giustizia alla Camera, mentre oggi sarà in quella gemella al Senato – spiega Bisinella -. È accaduto nel silenzio generale, mentre i riflettori erano puntati sul nuovo Presidente della Repubblica. Una cosa scandalosa, che si è voluto far passare sotto silenzio, per evitare una rivolta nell’opinione pubblica. Essendo un atto del governo sottoposto al parere delle commissioni senza necessità di passare nelle aule parlamentari viene impedito alle forze politiche e soprattutto a noi dell’opposizione di bloccarlo: purtroppo ora ci rimane solo lo strumento della denuncia pubblica. Chiederemo comunque ai ministri competenti di dare subito delle delucidazioni sugli effetti che ci saranno sui processi in corso”.
Reati legati alla crisi
Molti dei reati che vengono depenalizzati dal governo sono per lo più i cosiddetti “reati legati alla crisi”. Una ricerca del Sole 24 Ore, tempo fa, sottolineava come nel 2012 – a fronte di un lievissimo incremento dei reati, pari a poco più dell’1% – si registrava un notevole aumento di furti (+15,5%), borseggi (+11%) e scippi (+13%). In particolare, segnalava l’aumento di furti in casa e borseggi, ma anche di frodi e autovetture rubate.
Una più recente inchiesta della Fondazione Leone Moressa indicava invece come dal 2007 al 2013 i detenuti nelle carceri italiane fossero complessivamente aumentati del 28%, ma con un aumento percentuale del 34% dei soli detenuti italiani, nonostante contestualmente siano aumentate sia l’immigrazione che l’emigrazione.
Spiegavano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa: “Dall’inizio della crisi i detenuti italiani sono aumentati con un ritmo molto più sostenuto rispetto a quello degli stranieri. Si può ipotizzare che la crisi economica e la conseguente crescita della disoccupazione, mentre nel caso degli stranieri spinge maggiormente a cercare fortuna in altri Paesi, per i nostri connazionali sfoci purtroppo spesso nell’illegalità”.














