19 Settembre 2015 - 9.47

EROTICO VICENTINO: 70 ANNI DI MILO MANARA

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«Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Johns, si attacca una bella pin-up. Devo alle mie pin-up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati…»
A parlare è il grande illustratore e fumettista Milo Manara, che ha appena compiuto 70 anni, di cui oltre 45 passati a disegnare tavole ruggenti di sensualità ed erotismo, tra modelle maliziose e delicatezza sexy.
Iniziò nel 1969, debuttando con il fumetto come autore di storie erotico-poliziesche della collana Genius, uno dei tanti fumetti noir nati come emuli del ben più famoso Diabolik, fino ad arrivare a lavorare per Corto Maltese e per la serie Candid Camera e molto altro ancora.
Nato nella provincia di Bolzano nel settembre del ’45, Manara è il maestro italiano del fumetto erotico in primis, tra l’erotismo comandato di Clauda nel “Gioco”: «L’erotismo mi appartiene totalmente. È un’etichetta che mi ha aiutato molto: non solo non la rinnego ma la guardo con una certa gratitudine», afferma in una recente intervista al Corriere della Sera.
«Il segreto dell’eros? Tutto parte dallo sguardo», continua: e chissà cosa penserebbe allora di tutti i giovani di oggi meno attratti dalla seduzione leggera e sofisticata e più da una corposa mercificazione mordi e fuggi dell’eros e del porno.
«È dagli occhi che inizio a disegnare una figura. È quello il punto fondamentale. Posso anche licenziare un disegno non a posto sul piano dell’anatomia, ma mai lo farò per un disegno che non abbia lo sguardo come voglio. L’attenzione del lettore può cadere sulle gambe, sul seno o sul sedere, ma comunque tutto parte dagli occhi delle mie ragazze: è lì che inizia il rapporto tra la figura disegnata e il lettore».
Venere, il suo mito della bellezza, Linda Fiorentino tra le attrici predilette, Miele e Claudia i suoi personaggi del cuore, la collaborazione con Fellini e il problema della censura, che lo preoccupò molto quando le sue opere furono messe al bando in Sudafrica ai tempi dell’apartheid e quella recente per il manifesto del Club Tenco.
Ma soprattutto le donne: le sue protagoniste e anche quelle che costantemente gli chiedono d’essere ritratte nei suoi fumetti, forti di una fantasia superiore a quella maschile, a detta dell’artista.
«Quando ho letto Barbarella ho contemporaneamente scoperto un universo per me, per le mie possibilità, per il mio lavoro… In quel momento ho deciso che avrei fatto quel lavoro lì, che io avrei fatto solo questo nella vita…»
Insomma: auguri Maestro!

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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