Dall’Unità al Maneggio. Il Pd scopre la Via Equina della Sinistra

Immaginate di svegliarvi una mattina e scoprire che il Paese non discute più di salario minimo, di giustizia, di sanità, di geopolitica o tasse.
Un Paese in cui il problema dei problemi sembra rappresentato dall’Equinità: una nuova corrente filosofico–zootecnica partorita in casa Pd, dove evidentemente è più agevole per le varie correnti trovare un’intesa sui quadrupedi che sull’Ucraina, sulla Palestina, sul Capo Largo e quant’altro.
Tutto sembra nascere da una visione quasi mistica.
Elena Ethel — in arte Elly — e la sua compagna di merende parlamentari, l’onorevole Eleonora Evi, evidentemente hanno deciso che è giunta l’ora di alzare l’asticella morale del Paese: bisogna vietare di mangiare cavalli, asini e muli, elevando la loro qualifica ad “animali di affezione”.
Una sorta di manifesto etico che va oltre la politica, sfocia nell’abbraccio universale tra bipedi e quadrupedi, e forse prepara il terreno al futuro Ministero dell’Affezione Equina.
Immagino lo sconcerto che una tale notizia stia creando in certe zone d’Italia.
E non mi riferisco solo a Catania, dove in via Plebiscito si tratta la carne equina con la stessa naturalezza con cui altri acquistano le rosette.
Parlo anche del nostro Veneto.
Già perché trattorie tradizionali in province come Padova, che offrono da sempre specialità come spezzatino, stracotto, tagliata e salame di cavallo, sono note per questi piatti tipici.
Non voglio certo fare pubblicità diretta ai locali specializzati in carni equine, ma almeno uno permettetemi di citarlo, perché il nome mi ha sempre attizzato: parlo della Trattoria “Dalla Mora” meglio nota come “Dalla Mora ciavarina”. Ed è quel “ciavarina”, di nessuno ha mai saputo spiegarmi il significato recondito, ad attrarre il mio immaginario.
Ma dai rumors che arrivano da Roma si percepisce che la proposta va presa sul serio.
Perché si parla di fine della macellazione, riconversione degli allevamenti, tutela speciale.
Siamo nel pieno della transizione ippica, nuovo capitolo dopo quella ecologica, energetica e digitale.
E già si intravede il possibile indotto: corsi di formazione per pedagogisti equestri, pianificatori emotivi per puledri ansiosi, consulenti spirituali per cavalli in prepensionamento.
Convegni dal titolo: “Dal filetto alla felicità – percorsi sostenibili oltre la padella o la brace”.
Sono molto curioso di vedere, ammesso che la norma venga approvata e non sia un “fioretto” pre-natalizio, come spiegheranno ai cultori della carne equina che mangiarla diventa un reato.
Do per scontato che si costituiranno società segrete di consumatori di carne di cavallo o di “musso”, che in assoluta riservatezza, come i carbonari risorgimentali, periodicamente si incontreranno per cene a base di carne equina importata da chissà dove.
Che poi mi chiedo: perché vietare il cavallo e non anche la mucca?
Se un puledro o un asinello possono essere animali di affezione, perché non lo può essere anche un vitellino da latte?
Certo si potrebbe pensare che una sinistra che fa fatica a dialogare con la classe operaia, che non quaglia con le partite Iva, e che vorrebbe applicare una bella patrimoniale al ceto medio, non trova di meglio che ricompattarsi sulla difesa degli equini.
Visto che siamo nel periodo delle Feste e dei regali, quindi periodo di doni soprattutto per i bambini, se state pensando di regalare a vostro figlio o a vostra nipote un cagnolino od un gattino, perché non sostituirli con un bel puledrino o un “mussetto”?
Certo avrebbero bisogno di un po’ più di spazio del salotto di casa, e per di più “cagano” tanto. Ma con un po’ di buona volontà e di spirito di adattamento le difficoltà si superano. E poi cosa c’è di più educativo per i pargoli di munirsi di scopa paletta (badile?) per pulire la cacca dai pavimenti?













