13 Aprile 2022 - 10.40

Baby gang in Veneto, la Regione prova ad arginare: chiesta anche banca dati delle gang

(COMUNICATO REGIONE VENETO) – “Stretta in arrivo dalla Regione del Veneto per contrastare il fenomeno delle baby gangs (la declinazione al plurale è riportata testualmente da comunicato, ndr… la corretta denominazione è tuttavia: baby gang). Il Consiglio regionale ha approvato la mozione per contrastare, a tutti i livelli, il fenomeno sempre più dilagante, mozione che mi vedeva come primo firmatario, assieme ai colleghi Boron, Dolfin, Favero, Sandonà, Zecchinato e Barbisan”. Così il Consigliere regionale del Gruppo misto Stefano Valdegamberi che spiega: “I consiglieri veneti hanno rilevato che il fenomeno delle baby gangs in Italia sta subendo un preoccupante sviluppo, con incrementi considerevoli a seguito dei lockdown, dopo i quali gli atteggiamenti antisociali e aggressivi degli adolescenti sono sfociati anche in reati di nuova fattispecie, come atti vandalici alle autovetture e sugli autobus, oltre che per i consueti reati continuativi. È accaduto anche a Verona, nel quartiere di Borgo Roma, sul Lago di Garda, a San Michele. Con una criminologa molto esperta, la dottoressa Giusy Calabro, e in collaborazione con le Forze dell’Ordine, abbiamo fatto una approfondita analisi del fenomeno nel corso dell’ultimo anno. Con questa mozione vogliamo dare delle linee operative da seguire per aggiornare la normativa ai diversi livelli ed affrontare in modo efficace il fenomeno. Abbiamo ritenuto che occorra predisporre un piano coordinato tra amministrazioni comunali e forze dell’ordine, che includa azioni preventive, educative e coercitive per arginare il fenomeno. In primis va creata una banca dei dati che agevoli gli operatori della Questura e del Comando dei Carabinieri di Verona nel monitoraggio delle varie baby gangs, senza tralasciare l’aspetto riabilitativo e assistenziale dei soggetti coinvolti. La mozione approvata impegna la Giunta Regionale a realizzare tutta una serie di iniziative ed a farsi promotrice presso le istituzioni competenti di altre, che non sono di competenza regionale”.
“Tra le iniziative – aggiunge Valdegamberi – la creazione di osservatorio permanente che raccolga i dati per monitorare costantemente il fenomeno delle Baby Gangs. Il coinvolgimento e responsabilizzazione delle famiglie dei minori, con la perdita dell’alloggio pubblico in caso di recidività e mancata sorveglianza. Percorsi formativi e di servizio sociale obbligatorio per i minori coinvolti nelle gangs. Decadenza da ogni beneficio regionale, ma anche statale e comunale, trattenendolo da chi esercita la patria potestà sui minorenni o direttamente dagli interessati se maggiorenni, destinando le somme al risarcimento delle vittime dei reati”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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