Allarme in Croazia per rischio alimentare: senza importazioni, scorte finite in sette giorni

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La Croazia potrebbe esaurire le proprie scorte alimentari in appena una settimana in caso di interruzione delle importazioni. È l’allarme lanciato da esperti e rappresentanti del settore agricolo durante una conferenza tenutasi nella capitale, come riportato dalla tv pubblica Hrt e come riferito dal quotidiano La Voce del Popolo.
Negli ultimi dieci anni, il valore delle importazioni alimentari ha superato i 6,5 miliardi di euro, segnalando una crescente dipendenza da forniture esterne. Un dato preoccupante, specie in un contesto globale instabile e soggetto a crisi logistiche.
Martin Evačić, presidente del comitato esecutivo dell’Associazione croata dei datori di lavoro (HUP) – settore commercio, ha spiegato che la disponibilità di frutta, verdura e carne prodotte localmente è ben al di sotto della domanda, nonostante gli sforzi dei rivenditori nel privilegiare i fornitori interni.
Particolarmente critica è la situazione del latte: la produzione nazionale soddisfa solo il 40-45% del fabbisogno interno, secondo Mladen Jakopović, presidente della Camera agricola croata. Le difficoltà maggiori riguardano il latte a lunga conservazione.
Nonostante il Paese esporti cereali come mais, grano e soia, continua a importare farina, pasta e altri prodotti trasformati, evidenziando un grave deficit nella capacità industriale di trasformazione. Un limite che, secondo Tugomir Majdak, segretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, va affrontato con investimenti mirati.
Aleksandar Mešić, preside della Facoltà di Agraria, ha definito l’agricoltura croata “ferma ai tempi dei nonni”, segnalando la mancanza di innovazione, formazione e strumenti moderni.
La conferenza si è conclusa con un appello a riforme strutturali urgenti, investimenti pubblici e privati e una strategia nazionale per rafforzare l’autosufficienza agricola. Senza questi interventi, la Croazia rischia di rimanere completamente dipendente dalle importazioni, con gravi rischi per la propria sicurezza alimentare.