24 Luglio 2025 - 16.37

Turismo in Croazia: quando l’avidità degli operatori rischia di rovinare la festa

Umberto Baldo

Un paio di giorni fa vi raccontavo del calo di presenze nelle nostre spiagge, a causa sostanzialmente dei prezzi divenuti insostenibili per una fetta della popolazione italiana.
Negli anni scorsi avevo segnalato una tendenza simile di impennata dei prezzi https://www.tviweb.it/addio-croazia-prezzi-folli-piu-cara-dellitalia-con-servizi-minimi/) relativamente alla Croazia ( (https://www.tviweb.it/croazia-bella-ma-cara-la-riscossa-di-sottomarina-rosolina-co/), un tempo paradiso low cost, oggi meta sempre meno accessibile per chi ha redditi medio-bassi.
Di fatto sostenevo che l’Adriatico orientale è diventato un salasso.
Prezzi alle stelle, servizi spesso minimi, e quell’antico rapporto qualità/prezzo che aveva fatto innamorare mezza Europa… finito nel cestino, accanto alle bucce di anguria.
La domanda è: di recente è cambiato qualcosa?
La risposta sembra essere “no”, o almeno non in meglio.
E non lo dico solo io. Lo dicono anche i Croati.
Per evitare accuse di filo-venetismo o sciovinismo da ombrellone, sono andato a sbirciare cosa dice la stampa croata.
E guarda un po’, La Voce del Popolo- Quotidiano dell’Istria e del Quarnero, racconta del Premier Andrej Plenković in versione “voce della coscienza”, che durante una riunione a Hvar ha dovuto ricordare agli operatori turistici una cosa ovvia: “E fondamentale mantenere la competitività dei prezzi per restare attrattivi sul mercato internazionale”.
Ha anche ricordato un dato cruciale: “il 50% dei turisti sceglie la destinazione all’ultimo minuto, e lo fa in base al prezzo. Serve quindi una strategia tariffaria meno rapace, più sensata”.
A fare eco al Premier è intervenuto anche Kristjan Staničić, direttore dell’Ente croato per il turismo, che non ha usato giri di parole: “Siamo al limite della competitività. Il tema dei prezzi è centrale. Serve buon senso. Bisogna evitare rincari eccessivi, che compromettono la nostra immagine».
E qui arriva la parte interessante:
Secondo i dati Eurostat, la Croazia è già oggi più cara di Grecia, Spagna e perfino dell’Italia (almeno su certi segmenti: soprattutto negli alloggi privati).
Già, l’Italia. Quella che per decenni i croati guardavano come modello del “caro mare”, oggi sembra conveniente al confronto delle loro coste.
Dati alla mano: gli hotel ed i campeggi croati costano meno rispetto alla Germania o all’ Austria (dove però ti offrono anche il wi-fi che funziona), ma sono più cari di quelli in Grecia, Spagna e Italia.
E gli alloggi privati? Attenzione: più costosi persino che in Francia. Chapeau!
A questo punto la domanda è: ma non è ancora passata la sbornia da euro?
A quanto pare no.
La Croazia ha adottato l’euro nel 2023 e, come successo da noi ai tempi del cambio della valuta, molti hanno pensato che “convertire” i prezzi volesse dire semplicemente spostare la virgola a destra.
Risultato in Italia: tutto costava il doppio, ma con lo stesso ombrellone di plastica e la stessa doccia a gettone.
Il Premier ha dovuto anche ricordare le misure adottate di recente per proteggere i cittadini croati: tetto ai carburanti, bonus energia, stipendi aumentati… insomma, si cerca di tenere a galla i croati mentre si affoga il turista.
Perché poi la realtà è semplice: più che inflazione, qui c’è proprio voglia di spennare il pollo, anzi il turista, ancor meglio se “mordi e fuggi”.
Il turista fedele, quello che magari tornava ogni estate?
Chi se ne importa. L’importante è fare cassa oggi.
Insomma, il modello sembra lo stesso adottato da certi operatori e stabilimenti italiani:
“Incassa adesso, e fottiti del domani.”
Eppure — sorpresa! — anche i politici croati sembrano aver capito che se seghi il ramo su cui sei seduto, prima o poi caschi.
Peccato che la segatura sia già ovunque.
Umberto Baldo

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