11 Giugno 2015 - 17.49

VICENZA – Vicenza Capoluogo: “Sulla TAV serve un confronto”

TAV Vicenza
Con un comunicato stampa il Consiglio direttivo dell’Associazione civica Vicenza Capoluogo elenca una serie di considerazioni sul futuro della città nella prospettiva della realizzazione della TAV. L’associazione auspica che la scelta sulle stazioni previste dal progetto sia fatta pensando al ruolo di Vicenza rispetto al territorio vicentino e ritiene indispensabile un percorso partecipativo.

Il Progetto per l’Alta Velocità non può rappresentare un errore che il nostro territorio commette nel momento in cui affronta il tema delle infrastrutture ferroviarie. E’ infatti ancora presente nei ricordi di molti vicentini quella che era la rete ferroviaria della nostra provincia nei primi anni del 900. Grazie anche al fatto che la città confinava con l’impero austriaco, in quegli anni i vicentini potevano beneficiare della ferrovia Vicenza – Valdagno – Recoaro e della Vicenza – Schio – Thiene – Asiago – Arsiero, mentre a sud il treno collegava Vicenza con Noventa Vicentina, creando un’importante infrastruttura locale ben integrata con la rete nazionale.
In molti oggi consideriamo un errore la scelta degli anni ’80 di dismettere la linea ferroviaria Noventa Vicentina – Valdagno: il mito dell’auto ha in quegli anni abbagliato tutti e ha privato il nostro territorio di una modalità di trasporto di cui oggi ne avremmo assoluto bisogno.
Invitiamo pertanto tutti i vicentini a valutare con la massima attenzione quanto potrebbe avvenire nel nostro territorio nei prossimi anni e di avere molto riguardo per l’aspetto paesaggistico, l’impatto ambientale e lo sviluppo di modalità diverse di trasporto, più ecologiche e innovative.
La scelta di far attraversare la nostra città da treni che viaggiano a una velocità massima di 140 – 160km/h apre infatti a delle interessanti soluzioni.
Con il quadruplicamento dell’Alta Capacità e Alta velocità la nostra città ha la grande opportunità di diventare punto di riferimento per tutto il territorio vicentino e assumere così il suo ruolo di città capoluogo.
Due opportunità si delineano all’orizzonte e riteniamo che debbano essere valutate con la massima attenzione:
1. la realizzazione di una nuova grande stazione ferroviaria in zona Fiera, in quanto in un’area più centrale rispetto al territorio vicentino e perché vicina all’autostrada;
2. il mantenimento dell’attuale stazione storica, dove continueranno a fermarsi i treni “veloci”, affinché diventi polo centrale di un percorso metropolitano di superficie circolare ferro-gomma.
Nel primo caso si renderà necessario sopprimere la stazione storica e realizzare due nuove stazioni: una grande in Fiera e l’altra a Borgo Berga, a servizio della metropolitana regionale di superficie (SFMR), prevedendo un nuovo servizio di metro-bus elettrico che colleghi il centro della città alle nuove stazioni della Fiera e di Borgo Berga.
Nel secondo caso bisognerà invece dare sviluppo al servizio Alta Velocità potenziando la rete ferroviaria metropolitana Schio – Thiene – Dueville – Cavazzale – Anconetta – Borgo Berga – stazione Centrale – Fiera – Altavilla Vicentina – Alte Ceccato e incentivando il trasporto su gomma Montecchio – Trissino – Castelgomberto – Cornedo – Valdagno – Schio, servendo in questo modo anche punti nodali importanti con piccole stazioni quali Borgo Berga, Fiera e Alte Ceccato, con la conseguente realizzazione di un percorso circolare ferro-gomma in grado di favorire una maggiore utenza al sistema ferroviario europeo dell’alta capacità-alta velocità.
Proprio l’ammodernamento di questo sistema metropolitano vicentino e una progettazione paesaggistica della rete di Alta Velocità potrebbero essere le richieste da avanzare al Governo, a RFI e a Italferr.
Due diverse soluzioni con uno stesso obiettivo: fare della città di Vicenza un centro a servizio di tutto il territorio vicentino (territorio metropolitano).
Auspichiamo quindi che, anche attraverso un percorso partecipativo, si inizi un sereno e costruttivo confronto in città tra queste due soluzioni che, al di là del riduttivo slogan “stazione storica si o stazione storica no”, possa aprire ad una visione lungimirante del futuro del nostro territorio”.

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