VICENZA – Rivolta dei dipendenti comunali, proclamato stato di agitazione

Dentro una sala stracolma stamane i lavoratori del comune di Vicenza hanno votato all’unanimità la proclamazione dello stato di agitazione del personale con iniziative di lotta e di sensibilizzazione della cittadinanza sui loro problemi, che sono i problemi dei servizi pubblici che il comune di Vicenza eroga quotidianamente.
Ne da notizia il sindacato CUB Pubblico Impiego con un comunicato.
“L’istituzione di un Front Office in Via Torino -scrivono- è una delle motivazioni principali dello scontento dei dipendenti: un progetto per il quale l’amministrazione sta spendendo montagne di quattrini pubblici,sul quale però non vi è alcun progetto o investimento nel personale in termini di formazione e implementazione di risorse. Il Sindaco non ha nascosto che, dietro a questa operazione, è in atto una speculazione immobiliare di vendita degli edifici comunali del centro storico, guarda caso, a ridosso della fine del secondo mandato Variati. E’ inaccettabile che i lavoratori diventino merce di scambio per progetti elettoral-propagandistici di un Sindaco che sta già pensando alla prossima poltrona politica da occupare. E’ inaccettabile prendere in giro i cittadini a questo modo che sicuramente non troveranno servizi migliori in Via Torino, perchè i problemi, che da anni i lavoratori sollevano, non sono mai stati risolti.
E’ successo di frequente in questi anni che i dipendenti comunali scendano in piazza e ciò è la dimostrazione dello scontento della categoria. La CUB, unitamente alla RSU e a tutte le sigle sindacali in essa rappresentante, avvierà tutte le procedure sindacali utili e necessarie a fermare questa follia: sono in programma presidi, volantinaggi alla cittadinanza e pubbliche manifestazioni oltre che alla proclamazione di iniziative di sciopero.
A livello nazionale la CUB ha proclamato anche lo sciopero generale: il 27 ottobre i lavoratori pubblici sono chiamati a scendere in piazza per il rinnovo contrattuale che è fermo dal 2009, per lo sblocco delle assunzioni, per la stabilizzazione di tutti i precari, per il diritto alla pensione a 60 anni di età e con 35 anni di servizio”.













