16 Giugno 2016 - 9.53

VICENZA – Donna incinta picchiata in centro, interviene Veronica Rigoni e viene aggredita

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Brutta avventura ieri sera per Veronica Rigoni, consigliere comunale di Creazzo nel Cuore, ma soprattutto per una donna incinta picchiata dal compagno (o marito). Rigoni racconta tutto nella sua pagina Facebook e denuncia il ritardo dell’intervento delle forze dell’ordine, a cui aveva segnalato l’episodio. Racconta anche come l’uomo, dell’Est Europeo, abbia reagito violentemente scagliandole un coltello addosso. E’ successo alle 22.15 in contrà Pozzetto, in prossimità di ‘Vito Pizza e Fichi’. Il post solleva il problema dell’insufficienza delle forze di polizia nella nostra città. Pochi uomini costretti ad affrontare spesso contemporaneamente situazioni di emergenza. I bollettini quotidiani di furti, rapine, aggressioni, liti, emergenza profughi, manifestazioni o semplici segnalazioni a vuoto documentano un’attività a volte estenuante con grande impegno ma pochi mezzi e persone a disposizione. Riportiamo il post della Rigoni ed in seguito vi daremo aggiornamenti sull’intervento della polizia:

“Questa sera, mentre mi dirigevo a casa, in mezzo ad una strada, inginocchiata e sanguinante, ho trovato una donna incinta che urlava mentre veniva picchiata da un uomo. Sono scesa dall’auto e ho tentato di bloccare questo mostro che la stava massacrando di calci e pugni. La ragazza è riuscita a scappare e rientrare nella sua abitazione. Io me la sono vista molto brutta, ma ho avuto la fortuna che ci fossero altri passanti e l’uomo è stato fermato poco prima che picchiasse anche me.
Ho chiamato la polizia 6 volte senza ricevere risposta. Quando sono riuscita a prendere la linea, gli operatori mi hanno detto che sono solo in due a rispondere alle chiamate, motivo per cui quando ci sono tante telefonate non riescono a rispondere prontamente.
In questo filmato me ne stavo andando e l’uomo (anche se di umano non ha nulla) mi ha lanciato un coltello.
È triste e fa incazzare molto pensare che in una città come Vicenza non ci siano forze dell’ordine sufficienti per tutelare ogni cittadino, rispondere alle chiamate ed intervenire velocemente.
Dopo trenta minuti dal primo tentativo di chiamata la polizia è arrivata. Non so che fine farà il violentatore, so solo che era straniero, in evidente stato alterato e che è conosciuto alle forze dell’ordine per le violenze che anche in passato lo hanno contraddistinto.
Quella donna con il volto ricoperto di sangue aveva in grembo un bimbo e mi piacerebbe pensare che il mio Stato esercitasse la sicurezza dei suoi cittadini con il massimo della severità. Mi piacerebbe pensare che l’uomo fosse già in cella e che domattina venisse imbarcato nel primo volo verso il suo Stato d’origine ed espulso definitamente dall’Italia. Invece non è così.
L’uomo potrei incontrarlo di nuovo domani io e anche la donna/mamma picchiata a sangue e chiunque altro. Questa sera sono un po’ meno fiera del mio Stato, provo molta vergogna soprattutto per quel bimbo che spero nascerà e che quando sarà grande saprà che la sua mamma è stata picchiata una volta da un uomo e abbandonata la seconda dallo Stato.
Non è possibile vivere in un Paese in cui ci si sente abbandonati da chi paghiamo attraverso le tasse per occuparsi della nostra sicurezza ed intervenire quando necessario. Una certa politica dovrebbe interrogarsi sul perché le persone vogliono potersi difendere da sole, forse è perché sole sono e si sentono rimaste.
Un pensiero a quella mamma e a quel bimbo”.
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rigoni

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