ULTIM’ORA – VICENZA – “Gara degli aghi”, gli infermieri (Nursind): “Denunciamo Riboni”

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Importante novità sulla vicenda della cosiddetta ‘Gara degli aghi’ al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza. Novità che potrebbe letteralmente smontare proprio quel titolo (‘gara degli aghi’) mutuato dalla stampa locale e nazionale, che ha messo alla berlina alcuni medici ed infermieri e che ha spinto sul piede di guerra il Nursind, sindacato degli infermieri. In sostanza non vi sarebbe stata alcuna ‘gara degli aghi’ e il primario Riboni avrebbe riportato informazioni errate alla dirigenza dell’Ulss dopo l’audizione-processo interna all’ospedale.
Il Nursind all’indomani della diffusione della notizia di un’indagine interna risalente a gennaio, aveva preso una posizione netta definendo, di fatto, una colossale montatura l’intera vicenda. Si scopre oggi che la battaglia del sindacato non si ferma qui ma finirà in procura. Lunedì mattina il sindacato, tramite l’avvocato Lino Roetta, presenterà una denuncia contro il primario del Pronto Soccorso, Vincenzo Riboni, per falso in atto pubblico. Il primario, dopo l’incontro con i medici ed infermieri coinvolti, avrebbe presentato una relazione alla direzione nella quale le persone coinvolte avrebbero ammesso la loro responsabilità. Cosa che, secondo i protagonisti della vicenda, non sarebbe mai accaduta. Quanto riportato da Riboni all’attenzione della commissione disciplinare non corrisponderebbe a quanto detto ed esisterebbero, a conferma, delle prove incontrovertibili.
Nessuna delle persone coinvolte ha ammesso di aver partecipato una gara, ma solo l’esistenza di una chat privata.
Non finisce affatto quindi la querelle interna all’ospedale e l’esposizione mediatica del Pronto Soccorso continuerà con qualche elemento di valutazione in più in favore dell’opinione pubblica.
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LA ‘GARA DEGLI AGHI’
A rivelare la vicenda fu Francesco Pepe nel Giornale di Vicenza dello scorso 28 aprile. Nell’articolo si parla del ‘processo’ interno alla struttura ospedaliera e di uno scandalo sul filo di Whatsapp avvenuto all’insaputa del primario Vincenzo Riboni. Gli otto coinvolti (sei infermieri e due medici) hanno rigettato ogni addebito, ma avrebbero ideato la gara durante una cena. Il nome del gruppo Whatsapp era “Gli Amici di Maria” e avrebbe ospitato gli aggiornamenti di una sfida fra ‘chi è più “bravo” ad infilare nelle vene dei pazienti in transito per il pronto soccorso aghi e cannule di maggiori dimensioni. La competizione avrebbe visto confrontarsi medici e infermieri. La cannula più larga avrebbe preso più punti e avrebbe vinto che totalizzava di più.
L’accusa cadde per “insufficienza di prove” perché non vi erano strumenti per dimostrare che vi fosse stata una gara ma restò la questione dello “sviamento dall’attività istituzionale” e “dell’uso improprio del cellulare” da utilizzare solo “per emergenze e non per svago come lo scambio di messaggi di dubbio gusto e lesivo della dignità dei pazienti”. Una dottoressa e cinque infermieri furono assolti perché non in servizio nel giorno della gara. Censura scritta invece per il medico e l’infermiere che erano in servizio e si sarebbero contesa la vittoria.













