REGIONALI – Salvini: “Tosi resta nella Lega”
Continua la querelle in casa Lega fra il sindaco di Verona, Flavio Tosi e il candidato del Carroccio Luca Zaia. In mezzo ai due il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che non perde occasione per ribadire che i litigi sono incomprensibili per gli elettori e che non è questo il momento per litigare. Lo ha ribadito anche ieri sera in diretta a Ballarò (RaiTre). Oggi il segretario aggiunge un capitolo alla telenovela: “Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, non è fuori della Lega e non rischia”. Lo ha dichiarato stamane ai microfoni di Radio Padania invitando tutti i dirigenti della Lega di “battere palmo palmo” il territorio per far rieleggere Zaia. “Non ho problemi personali con nessuno ma ho il dovere di garantire unità e compattezza”, ha detto il segretario della Lega riferendosi a Tosi. “Sono paziente con tutti e rispetto le autonomie di tutti – ha concluso Salvini – ma chi dà spazio a polemiche sui giornali che non aiutano la Lega non mi serve”. Hai poi sentenziato su Radio Capital: “Vince Zaia anche se si candida Babbo Natale e non ci sarà alcun suicidio politico, nessun favore ad Alessandra Moretti perché vince Zaia comunque anche se Tosi si candida. Lui è un bravo sindaco e un bravo dirigente finché non si mette a litigare”. Sulla partecipazione di Tosi alla manifestazione di Roma di lunedì Salvini aggiunge: “Tosi mi ha detto che farà il possibile per essere in piazza con noi sabato a Roma. Ma io non mi alzo la mattina chiedendomi se ci sarà Tosi alla manifestazione o se Buonanno va in Libia”. Infine un appello: “Flavio, dai, non è il momento di litigare, con tutti i casini che ci sono in Italia sostieni Zaia e pensiamo ad altro”.
Ecco i motivi della rottura
È legata alla scelta della candidatura di Luca Zaia alla presidenza della regione Veneto che Tosi ha cercato di mettere in discussione. Le rivalità riguardano innanzitutto la divisione storica tra Lega Lombarda e Liga Veneta: la Lega Nord è nata ufficialmente alla fine del 1989, con la fusione di diversi movimenti autonomisti regionali dell’Italia settentrionale. Tra i maggiori, appunto, Liga Veneta e Lega Lombarda, fondata nel 1982 da Umberto Bossi, allora quarantunenne. Ma riguardano anche un diverso modo di intendere il partito, le alleanze, i diritti civili e molti altri temi di vario genere, dallle Olimpiadi di Roma nel 2024 all’uscita dall’euro, insomma più o meno qualunque argomento (grande o piccolo) che finisce sulle prime pagine dei giornali. E riguarda, soprattutto, il rispettivo posizionamento interno.
Il patto del 2008
Durante il congresso regionale di Padova del luglio 2008 Umberto Bossi lanciò la candidatura di Flavio Tosi alla presidenza della Regione Veneto, dopo il mandato di Giancarlo Galan. La candidatura faceva parte di un accordo che stabiliva che Gian Paolo Gobbo, a quel tempo sindaco di Treviso, diventasse il segretario della Liga Veneta. La seconda parte del patto venne mantenuta (Gobbo fu eletto), ma a candidarsi alle regionali del 2010 non fu Tosi ma Luca Zaia che vinse con oltre il 60 per cento dei voti.
Il patto del 2013
Alla fine del 2013 risale un secondo patto che non sembra però destinato a realizzarsi: il cosiddetto “Patto del Pirellone”, stretto con il benestare di Roberto Maroni, stabiliva che Matteo Salvini si sarebbe candidato alle primarie per la guida del partito e che Tosi, in cambio di una rinuncia a una sua candidatura, avrebbe ricevuto appoggio verso un ruolo di leader del centrodestra nazionale. Come parte di questo percorso, il 6 ottobre del 2013 dal Palabam di Mantova, Flavio Tosi ha lanciato la Fondazione “Ricostruiamo il Paese” con l’obiettivo di organizzare le primarie nazionali di centrodestra e sostenere la sua candidatura a leader dell’ipotetica coalizione.
La rivalità tra Salvini e Tosi nascerebbe proprio dal mancato rispetto del patto del 2013: c’è chi pensa che Salvini si debba occupare soltanto del partito e che pensa che a Tosi spetti il ruolo di candidato premier del centrodestra. Vi è invece chi ritiene che la leadership tocchi all’attuale segretario federale.
Il ruolo ‘non allineato’ di Tosi all’interno della Lega ha le sue radici ancora nell’era Bossi. Tosi si è sempre distinto come un leghista non fedelissimo al partito protestando ad esempio in piazza con gli altri sindaci contro i tagli del governo Bossi-Berlusconi (Bossi lo aveva definito pubblicamente «uno stronzo»); ha spesso denunciato il fatto che il partito non dovesse diventare “milanocentrico” rivendicando il ruolo della Liga Veneta; aveva cominciato a costruire già da tempo un profilo nazionale che non era ben visto dalla dirigenza e che, per reazione, fece approvare una circolare che vietava ai sindaci di parlare di qualunque argomento superasse le questioni cittadine; nel febbraio 2012 Tosi era stato allontanato dal Parlamento Padano di cui era vicepresidente a causa delle numerose assenze, mentre l’ipotesi più diffusa sull’espulsione erano le storiche contrapposizioni con Bossi.
Soprattutto, Tosi aveva anticipato a Verona la crisi di rapporti tra Lega e PdL ripresentandosi da solo alle elezioni comunali del 2012 sostenuto dalla Lega, da una sua lista civica per Verona “Tosi Sindaco” e da una serie di liste civiche di centrodestra in cui aveva offerto ospitalità ai dissidenti del PdL. La lista “Tosi Sindaco” era riuscita a eleggere 17 consiglieri comunali su 33 totali, mentre la lista della Lega Nord ne aveva ottenuti solo 5. Ci sono poi altre questioni più piccole su cui Tosi e Salvini hanno dimostrato posizioni differenti. Il rapporto con Corrado Passera, ad esempio, verso cui Tosi si è dimostrato più volte conciliante; i rispettivi e ipotetici riferimenti politici (Raffaele Fitto e Giorgia Meloni per Tosi); l’uscita dall’euro dell’Italia su cui il sindaco di Verona si è mostrato perplesso dicendo che non è fattibile; la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 (Salvini contrario, Tosi favorevole); il riconoscimento dei diritti delle coppie gay che Salvini ha commentato dicendo che le priorità di un sindaco dovrebbero essere ben altre.
Si arriva così alla cronaca degli ultimi giorni: alle critiche di Tosi contro Zaia, a Zaia che rifiuta una lista civica legata al sindaco di Verona e a Salvini che vorrebbe decidere in autonomia le scelte sulla composizione della lista della Lega, le liste civiche e le alleanze.














