5 Maggio 2015 - 15.50

REGIONALI: l’incognita del voto disgiunto

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In una tradizione sostanzialmente bipolare che negli ultimi vent’anni ha visto contrapposti Centrodestra e Centrosinistra, l’Election Day del 31 maggio contiene un’incognita che lo strappo in casa leghista si trascina nella divisione del consenso, il cosiddetto voto disgiunto. Tecnicamente significa che ogni elettore può esprimere l’indicazione su un candidato Presidente e la preferenza ad un candidato consigliere di una lista collegata ad un altro Presidente. Come dire che si può votare per un consigliere della Lista Tosi ma mantenere l’indicazione su Zaia Presidente. Lo stesso meccanismo si è già consumato varie volte alle comunali, specialmente nelle grandi città, dove le cannibalizzazioni tra candidati sindaci della stessa area politica – di solito il Centrodestra – producevano questi mostri. Lo spettro di questa perversione – ma qualcuno la può definire un atto di libertà per l’elettore – si sta avvicinando anche per il prossimo 31 maggio ed a ragione visto che la rottura fra Tosi e Zaia ha prodotto molti imbarazzi alla base padana e più genericamente del Centrodestra. Ci saranno molti estimatori di Tosi che per ragioni di opportunità sono rimasti sotto le insegne del Carroccio che nel segreto dell’urna, o in qualche incontro criptato, metteranno la x sul simbolo di Tosi mantenendo la preferenza all’amico in lista con Zaia, ma ci saranno anche altri che daranno un aiuto al conoscente che ha aderito all’appello del sindaco di Verona ma che, temendo l’avanzata della Moretti, la “X” la metteranno su Governatore uscente. Bizantinismi direbbe qualcuno, ma anche questa è politica.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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