26 Dicembre 2025 - 11.07

Quei test maledetti di Medicina: quando l’accesso diventa una farsa di Stato”

Per scriverne il finale servirebbero davvero le menti di Agatha Christie, Simenon e Conan Doyle messi insieme.
E forse neppure loro basterebbero.
Eppure – rischio la blasfemia – questa doppia tornata di prove scritte è stata, paradossalmente, una benedizione.
Perché ha finalmente messo nero su bianco, al di là di ogni ragionevole dubbio, lo stato comatoso in cui versa da anni il nostro sistema educativo.
Altro che mistero.
Il dato che salta agli occhi è uno solo, enorme come un elefante in corsia: il disallineamento gravissimo tra le aspettative di chi ha costruito i test (professori universitari) e la realtà della preparazione con cui i ragazzi escono dal liceo.
Due mondi paralleli che non si parlano più. Io lo sostengo da tempo: il problema non è Medicina, ma l’intero sistema scolastico, da decenni orientato più all’ascolto, all’inclusione, al “non traumatizziamo nessuno”, che alla preparazione vera.
Nei sistemi selettivi – Cina in testa – si studia, punto. Qui da noi si partecipa.
Capisco che, in una società ormai disinteressata al valore del sapere in sé (se non è immediatamente monetizzabile, non conta), questo discorso suoni stonato.
Ma tant’è.
E cosa avrebbero dovuto fare gli insegnanti, in questi anni? Resistere eroicamente? Impossibile. I genitori chiedono voti e promozioni, costi quel che costi, e spesso trovano nel sistema giudiziario un alleato pronto a intervenire se qualcuno osa valutare troppo severamente il pargolo.
Così si è arrivati qui.
Ma torniamo ai test, che meritano un capitolo a parte.
Più che una graduatoria, il risultato assomiglia a un gioco dell’oca.
Erano partiti in 54 mila.
Dopo il tormentato semestre filtro di Medicina, e due appelli che al confronto Waterloo fu una brillante vittoria strategica, al Ministero sono riusciti a mettere insieme una lista di circa 22.500 “idonei” (i numeri ballano a seconda delle fonti, ma siamo lì).
Il seguito della fiaba è stato fissato dal decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1115 del 22 dicembre 2025, che spiega come funzionerà la graduatoria (pubblicazione prevista per il 12 gennaio 2026) e come verranno gestiti i recuperi dei famigerati “debiti”.
Nel frattempo, i Tribunali farebbero bene ad attrezzarsi: la valanga di ricorsi è già in formazione.
I numeri, più precisamente, parlano di 25.450 idonei complessivi tra Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. P
Per “idoneo” si intende chi ha ottenuto almeno una sufficienza nelle tre prove di fisica, chimica e biologia (sic!).
Di questi, circa sette su dieci (17.175) avrebbero portato a casa almeno due sufficienze su tre. E ora arriva il capolavoro.
La graduatoria che assegnerà una sede universitaria agli “eletti” sarà suddivisa in nove sezioni, ordinate dal paradiso all’inferno, così:

  1. chi ha passato tutte e tre le prove, senza rifiuti
  2. chi ha passato tutte e tre le prove, con un voto rifiutato al primo appello
  3. chi ha passato tutte e tre le prove, con due voti rifiutati
  4. chi ha passato tutte e tre le prove, rifiutandole tutte al primo appello
  5. chi ha passato due prove su tre, senza rifiuti
  6. chi ha passato due prove su tre, con un voto rifiutato
  7. chi ha passato una prova su tre, senza rifiuti
  8. chi aveva passato due prove al primo appello ma ha rifiutato e poi è andato peggio
  9. chi aveva passato una prova al primo appello, ha rifiutato e poi ha fatto disastro
    Vi siete persi? La vostra mente vacilla? Tranquilli. È normale.
    La mia prima reazione è stata chiedermi chi avesse partorito un simile marchingegno.
    Mi sono venuti in mente il Mago Otelma, Branko, Simon & The Stars.
    Poi ho capito che avevo esagerato: loro almeno qualche stella la guardano.
    E non è finita. Le ultime due categorie sono dedicate a chi, nella prima prova, aveva uno o due risultati sufficienti ma ha deciso di rifiutarli, per poi non riuscire a ottenere nemmeno una sufficienza al secondo appello.
    Questi studenti potranno chiedere, entro il 27 dicembre, di “ripescare” il risultato del primo appello.
    Peccato che finiranno comunque in fondo alla graduatoria. Il sistema di punteggio è altrettanto creativo:
  • categoria 1: 700 punti di base + punteggi delle tre prove
  • categoria 2: 600 punti + risultati
  • categoria 3: 500 punti + risultati
  • categoria 4: 400 punti + risultati
  • categoria 5: 300 punti + risultati delle due prove passate
  • categoria 6: 200 punti + risultati
  • categoria 7: 100 punti + risultati
  • categorie 8 e 9: zero punti di partenza, conta solo ciò che resta
    No, non state avendo un ictus.
    È proprio questa “genialata” che provoca questi sintomi.
    L’8 gennaio verrà finalmente pubblicata la graduatoria definitiva e ognuno saprà dove potrà immatricolarsi.
    Ma per chi ha debiti non finisce qui: la palla passa ai singoli Atenei, che dovranno decidere se e come organizzare corsi di recupero e ulteriori prove.
    Il decreto parla di esami “uniformi” su tutto il territorio nazionale.
    Senza spiegare come.
    Il rischio di difformità è altissimo, così come quello di nuovi ricorsi per il cambio delle regole a partita già giocata.
    Resta difficile da comprendere come in poco più di un mese si possano recuperare vuoti di preparazione grandi come i buchi neri, ma siate certi che nessun Rettore vorrà entrare nel mirino delle associazioni studentesche.
    Solo a marzo inizierà il vero percorso universitario dei futuri medici.
    E ciliegina sulla torta: i voti del semestre filtro non faranno media per la laurea, se lo studente non lo vorrà.
    Evvai. Dopo, cosa concediamo? Il libretto a punti?
    Ah, dettaglio rassicurante: i dati delle graduatorie saranno conservati per cinque anni, poi anonimizzati.
    Non sia mai che tra qualche decennio un paziente curioso voglia sapere se il chirurgo che gli aprirà la pancia entrò a Medicina con un “sei politico”.
    Capisco che il Ministro avrebbe preferito “mangiare una merda” (scusate il francesismo) piuttosto che gestire una débâcle del genere, e che sia istituzionalmente costretto a dire: “È solo la prima volta, la prossima faremo meglio”.
    Certo. C’è sempre l’opzione di chiedere una consulenza all’esimio professor Ucamàra, Magnifico Rettore dell’Università della Baucàra, celebre per il motto immortale: “Più ch’el studia, manco impara.”
    Tanto, Peggio di così non potrebbe fare!
    Umberto Baldo

Potrebbe interessarti anche:

Quei test maledetti di Medicina: quando l’accesso diventa una farsa di Stato” | TViWeb Quei test maledetti di Medicina: quando l’accesso diventa una farsa di Stato” | TViWeb

Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

Luca Faietti Direttore Fondatore ed Editoriale - Arrigo Abalti Fondatore - Direttore Commerciale e Sviluppo - Paolo Usinabia Direttore Responsabile

Copyright © 2025 Tviweb. All Rights Reserved | Tviweb S.R.L. P.Iva E C.F. 03816530244 - Sede Legale: Brendola - Via Monte Grappa, 10

Concessionaria pubblicità Rasotto Sas

Credits - Privacy Policy