5 Maggio 2023 - 8.37

Puoi ficcarti l’incoronazione nel c…!

Ebbene, il giorno è arrivato!

Domani il Regno Unito di Inghilterra Scozia Galles ed Irlanda del Nord,  nonché le restanti Nazioni del Commonwealth, avranno il loro nuovo Re, Carlo III.

Un uomo che è stato per una vita intera, ben 74 anni, un “monarca in attesa”, e che sicuramente ha avuto tutto il tempo per prepararsi.

Il problema, a mio avviso, è che anche i sudditi hanno avuto il tempo per conoscerlo, e non mi sembra che la sua immagine sia neanche lontanamente paragonabile a quella dell’augusta madre.

Gli inglesi hanno avuto cioè il tempo di assistere alle sue nozze da favola con Diana Spencer, diventata prima e dopo la sua tragica morte un’icona mondiale, al divorzio piuttosto movimentato, ed infine al matrimonio con Camilla Parker Bowles, l’amante, la sfasciafamiglie, la paria, il terzo incomodo.

Un uomo amante della musica classica, appassionato di filosofia e religioni, un ecologista della prima ora, un sostenitore dell’omeopatia  e dell’agricoltura biologica, ma un detrattore dell’architettura modernista.   

Un uomo che ha procurato alla Real Famiglia anche qualche momento decisamente imbarazzante, come quando nel 1993, in una telefonata registrata (da chi non si è mai saputo), disse alla sua Camilla che il suo più grande desiderio era quello di reincarnarsi in un suo tampax.

Comunque la si veda più un’immagine da giornalaccio porno piuttosto che da erede di una delle più antiche e blasonate monarchie del pianeta.

Un uomo che ha vissuto suo malgrado tutta la sua vita all’ombra dell’ingombrante figura di Elisabetta II, che difficilmente riuscirà a soppiantare nel cuore dei britannici.

Sarà anche un caso, ma il suo regno inizia in una fase sicuramente poco propizia per l’Inghilterra, con una crisi economica che continua ad aggravarsi, con scandali politici, con un malcontento nei confronti della Brexit di cui molti, fra i quali persino l’attuale premier Rishi Sunak, sembrano essersi pentiti. 

E poi, cosa volete, Elisabetta ha avuto a che fare con Primi Ministri come Churchill, la Thatcher, Tony Blair, solo per citarne alcuni; Carlo in questi primi mesi da “re non ancora unto” ha già dovuto convivere con una crisi politico-istituzionale che dura da anni, con premier assolutamente inadeguati, da Boris Johnson, che sembrava una macchietta, a Liz Truss, capace di farsi sfiduciare dopo  solo 45 giorni di premierato. 

Sarò anche un inguaribile repubblicano, ma se doveva essere la Corona, nella figura di Carlo III, a ridare slancio al Regno, faccio fatica a immaginare un grande futuro.

L’impressione che se ne ricava è che il suo sarà una sorta di interregno, in attesa del turno di William, che dovrebbe incarnare nel sentimento comune il domani del Regno Unito.

Ed è questo clima da “regno di mezzo” che a mio avviso si percepisce anche sulla stampa britannica.

Trattandosi di un evento che in ogni caso si può definire epocale, dopo 74 anni di regno ininterrotto di Elisabetta II (solo il Re Sole fece meglio di lei), e che state tranquilli incollerà davanti ai televisori qualche miliardo di persone in tutto il mondo, in questi ultimi giorni ho sfogliato spesso i siti dei principali giornali inglesi.

E francamente non ho colto quell’atmosfera, quell’attesa di un evento storico, che mi sarei aspettato.  A parte ieri ovviamente, data l’imminenza dell’incoronazione.

C’è stato  molto gossip sui rapporti fra il Re e i familiari, il figlio Harry in particolare, molte spiegazioni sui particolari della cerimonia, sugli orari e sui tempi, sui vestiti, sulle corone, sulle carrozze, sugli invitati, addirittura sulla Coronation Quiche (torta salata dell’incoronazione), il piatto ufficiale che Re CarloIII e Camilla hanno scelto per celebrare l’incoronazione (se siete interessati alla ricetta sappiate che si tratta di una torta salata composta da una base croccante di pasta brisèe ed un ripieno gustoso e delicato di spinaci, fave e dragoncello fresco)

Una certa attenzione è stata riservata anche al “gradimento” del nuovo Re, che non sembra certamente stellare, visto che un sondaggio condotto dal National Centre for Social Research ha registrato che il sostegno alla monarchia nel Regno Unito è ai minimi storici.  Infatti solo tre britannici su 10 pensano che la loro monarchia sia “molto importante”, la percentuale più bassa mai registrata. Il 45% degli intervistati sostiene che dovrebbe essere abolita, non è molto importante, o non è affatto importante. Una cifra che era del 35% in un sondaggio simile condotto nel 2022, l’anno del Giubileo di Platino della defunta regina Elisabetta.

In sintesi sembra che i giovani rappresenteranno la sfida principale che dovrà affrontare Carlo III. Un altro sondaggio YouGov mostra infatti  che mentre il 78% degli over 65 sostiene la monarchia, solo il 32% degli intervistati tra i 18 e i 24 annila pensa allo stesso modo. Fra gli under 24 il 38% preferisce un Capo di stato eletto, con un 30% che non si esprime.

Sicuramente fra i suoi sostenitori Carlo III non ha i tifosi del Celtic, la nota squadra di calcio di Glasgow, in Scozia.

E questo sentimento non lo hanno certo tenuto nascosto, visto che in occasione della semi-finale della Coppa di Scozia, giocata appunto a  Hampden Park il 1° maggio fra il Celtic ed i Rangers (l’altra squadra di Glasgow) si è levato dagli spalti del settore occupato dai sostenitori biancoverdi (colori del Celtic) un coro eloquente in cui si diceva “Puoi ficcarti l’incoronazione nel culo” (scusate la crudezza, ma quando ci vuole ci vuole).

Ma badate bene che, come rilevato dai media, non si è trattato di un’invettiva di qualche decina di persone, ma di un canto potente, intonato da migliaia di anti monarchici in piedi, che battevano le mani e cantavano all’unisono “You Can Shove Your Coronation up your arse» (per avere un’idea guardate il video su YouTube).

C’è da dire che siamo in Scozia, regione che aspira all’indipendenza dagli inglesi fin dai tempi di Bravehearth, e quindi il substrato della vicenda è atavico, e riguarda anche il settarismo religioso, che vede i tifosi del Celtic, cattolici,  fieramente opposti a quelli dei Rangers, protestanti e di conseguenza filomonarchici, visto che il Re d’Inghilterra è anche il capo della chiesa anglicana.

Per non dire che anche Reuters e il Washington Post hanno preso atto nei giorni scorsi del diffuso interesse per le proteste «Not My King» («non il mio re») organizzate in Gran Bretagna da un gruppo chiamato Republic, che dal 1983 si batte per sostituire la monarchia con una repubblica. 

Non voglio certo sostenere che questo sia il sentiment dominante nei confronti del neo Re, perché sarebbe ingeneroso e falso; ma sentimenti analoghi a quelli presenti in Scozia sono sicuramente diffusi anche in Irlanda del Nord, e sia pure in tono minore anche in Galles.

Il tempo ci dirà se prima o poi il Regno Unito diventerà un Regno Disunito.

Nonostante tutto, amici inglesi: “God save the King!

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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