4 Giugno 2018 - 12.03

Migranti a Pedemonte: Prima Noi e associazione umanitaria per una volta d’accordo: su chiusura centro

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Per una volta le polemiche legate ad un centro di accoglienza portano diverse aree socio-politiche di diversa estrazione a trarre la stessa conclusione, ovvero la chiusura di un centro di accoglienza. Accade nel caso di Pedemonte.
Stamane un comunicato di Prima Noi conferma tale convergenza. “A riaprire la questione -recita un comunicato- dopo che nei mesi scorsi ci furono vari interventi critici del Sindaco Roberta Carotta, così dei cittadini riuniti nel comitato PrimaNoi, è l’associazione Senza Confini di Schio che ha denunciato l’assenza di un percorso di integrazione per i migranti, fino addirittura ad una scarsità di cibo.
Il caso di Pedemonte salì alla ribalta della cronaca nazionale dopo alcune proteste inscenate dai migranti che provocarono le reazioni
stizzite degli abitanti che assieme al comitato PrimaNoi portarono le telecamere di Rete 4 per accendere i riflettori su una delle “tante situazioni di disagio cui sono sottoposti i cittadini a causa della presenza di queste strutture sparse nei territori”.
“Per una volta siamo d’accordo con gli immigrazionisti dell’associazione Senza Confini -spiega il portavoce dei PrimaNoi Alex Cioni. Ovviamente non concordiamo sulle motivazioni, ciò nonostante stiamo verificando come stanno realmente le cose nella struttura. Faccio notare che quando siamo andati a parlare con gli ospiti, i ragazzi si lamentavano di bere solo acqua del rubinetto. Non so se rendo l’idea”.
PrimaNoi però ha qualcosa da dire sull’assenza di progetti di integrazione per i 40 richiedenti asilo: “Sarebbe anche ora di smetterla con l’ipocrisia, l’integrazione è già difficile per coloro che si mantengono da soli con un lavoro dignitoso e le carte in regola, figuriamoci per dei soggetti che in buona parte non riceveranno alcun permesso di soggiorno ma solo il decreto di espulsione. Stiamo spendendo miliardi di euro per mantenere questi sedicenti profughi e le cooperative che li accolgono, non si capisce su quali basi dovremmo spendere risorse ulteriori per delle persone che dovranno essere rispedite nel continente africano obbligandoci, tra l’altro, a spendere altrettanti miliardi dei contribuenti italiani” – chiarisce senza giri di parole il portavoce del comitato, il quale accusa l’associazione di criticare solo ora le società che fanno affari sull’accoglienza senza avere una adeguata vocazione sociale, per “una probabile competizione interna tutta a quel mondo mondo più o meno guidato da una visione culturale favorevole senza se e senza ma all’accoglienza dei migranti. Se tutto andrà come deve andare la mangiatoia chiuderà molto presto, il che vuol dire che come gli avvoltoi provano ad attaccarsi a ciò che rimane della carcassa”.

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