16 Gennaio 2019 - 11.42

ECONOMIA – L’anno che verrà

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Fare previsioni per il futuro è sempre difficile se non impossibile. Prevedere quello che può succedere è come cercare un ago in un pagliaio, a volte ci s’indovina altre volte no, e chi indovina non sempre è bravo ma magari fortunato o viceversa.

Prevedere quindi cosa succederà nei mercati finanziari durante questo 2019 appena iniziato è compito assai arduo, anche se alcune considerazioni, a volte semplici, si possono fare, nella speranza poi che non vengano stravolte da fatti straordinari.

Criptovalute, azioni e mercati chi più ne ha più ne metta. Chi investe del denaro di solito lo fa per guadagnare. Però investire non è più sinonimo di guadagno, a meno che uno non si accontenti di rendimenti prossimi allo zero. Per guadagnare qualcosa bisognerebbe mettere almeno un po’ del proprio capitale a rischio, facile da dire difficile da fare.

Di sicuro gli stessi analisti sono persone che su dei dati oggettivi cercano di prevedere qualcosa che solo il tempo, e non le ipotesi, potrà dire effettivamente l’esatta correttezza dei pensieri. Ad inizio 2008, per esempio, quando l’indice tedesco DAX quotava circa 8.000 punti, quasi tutti scommettevano che sarebbe potuto arrivare entro la fine dell’anno a 8.600/8.700 con una rivalutazione del 7%, salvo poi sapere come andò a finire, e le ferite che ancora qualcuno sta leccandosi.

Regola vuole che non bisogna fare troppo affidamento ed importanza alle previsioni finanziarie dei media ma non solo. I presunti guru che danno per certe alcune previsioni sono da evitare nella maniera più assoluta.

Forse l’unica certezza che caratterizzerà i mercati nel 2019 sarà la volatilità degli stessi, con la possibilità nei momenti di flessione e di debolezza d’intervenire per comprare titoli attraenti. Ci saranno senz’altro parecchie sfide importanti da affrontare ma anche parecchie opportunità di accumulo su alcuni titoli azionari. Opportunità che al risparmiatore oculato e lungimirante non potranno sfuggire.

In finanza vale sempre la regola di comprare quando tutti vendono e vendere quando tutti acquistano. Se apparentemente l’equity europeo sembra essere poco stimolante, anche a causa di alcune incertezze politiche, come la Brexit o a timori legati al bilancio italiano, è altresì vero che i migliori investimenti si fanno in periodi di sentiment estremo con approccio contrarian al mercato, basta non aver fretta.

Per quel che concerne i tassi la FED e la BCE saranno protagoniste. La prima dopo dieci anni ha iniziato ad alzare i tassi. La seconda con la fine del 2018 ha terminato l’acquisto di titoli obbligazionari, facile quindi un probabile rialzo dei tassi anche in area Euro, magari dopo la prima metà dell’anno, verso settembre per intenderci, non un rialzo robusto ma un segnale importante d’inversione di tendenza.

Tralasciamo appositamente lo spauracchio che potrebbe arrivare da un’  improbabile ma possibile fase di recessione su cui magari ci concentreremo maggiormente le prossime settimane.

Nel mercato quello che si è verificato oggi prima o poi accadrà di nuovo. In altre parole non c’è nulla di nuovo quando si affronta un mercato, sia esso obbligazionario, valutario o azionario. La speculazione è cosa vecchia come le montagne. Per cui chi investe deve essere preparato anche a sbagliare, e quando si decide di acquistare un titolo lo si dovrebbe fare come se la borsa poi rimanesse chiusa per i successivi cinque anni.  Ricordiamoci sempre cosa diceva Warren Buffet, il denaro aiuta un po’ con la salute, ma non certo con l’amore, perché per essere amati bisogna essere amabili e non ricchi.

 

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